Il tasso di crescita media del valore aggiunto reale (su valori concatenati) per la provincia di Piacenza previsto da Unioncamere e Prometeia per il 2012 è pari al -1%. Quello calcolato, sulla base dei dati disponibili al 23 dicembre 2011, per l’anno appena concluso, pur essendo negativo, si ferma al -0,1%. Se poi si osserva quanto registrato nel biennio 2009-2010 (-1,5% medio annuo), si determina un quadro complessivo di sostanziale decrescita. Un pochino meglio dovrebbe essere il 2013, considerato che il tasso medio annuo per il biennio 2012-2013 è al momento segnalato al -0,2%.
La prospettiva che emerge dagli “Scenari di sviluppo delle economie locali” è quindi abbastanza preoccupante. Va detto infatti che il confronto con il valore regionale ci vede meglio posizionati per quanto riguarda il biennio trascorso 2009-2010 (che in Regione ha visto una contrazione media annua del 2,5%) ma sicuramente perdenti sia per il 2011 (+1,2% in Regione) che per il biennio 2012-2013 (+0,4%).
Il valore aggiunto pro capite a prezzi correnti per il 2012 dovrebbe essere per i piacentini pari a 26.417 euro, collocando Piacenza al 23esimo posto nella graduatoria nazionale per provincia. Il valore medio italiano si dovrebbe fermare a 23.280 euro. Quello che sta emergendo dalle analisi eseguite da Unioncamere e Prometeia è un probabile incremento dei divari territoriali tra Nord-Centro e Sud.
In testa alla predetta graduatoria infatti è posizionata Milano, in cui la ricchezza prodotta per abitante arriverà a 34.797 euro. Questo vuol dire che ogni piacentino produce, in media, il 75,92% di quanto viene prodotto da un milanese. Se si osserva la coda della classifica, in cui è collocata la provincia di Caserta, il risultato è ancora più eclatante: un casertano infatti ha un valore aggiunto medio che è il 37,4% circa di quello di un abitante di Milano.
Tra le province emiliano romagnole Bologna, Modena, Parma, Forlì Cesena e Reggio Emilia occupano posizioni migliori di Piacenza nella graduatoria mentre Ravenna, Rimini e Ferrara sono collocate alle sue spalle.
L’analisi prodotta dalla collaborazione tra i due Centri Studi mette in evidenza per la provincia di Piacenza ulteriori informazioni. Il tasso di crescita media annua delle esportazioni –dopo il forte balzo osservato nel 2011 (+20,7%)- dovrebbe entrare in territorio negativo (-4%) mentre il tasso di crescita della spesa per consumi della famiglie (a valori correnti) passerebbe dal +3,9% del 2011 al + 1,9% del biennio 2012-2013.
Notizie negative anche sul fronte dell’occupazione: -0,3 punti percentuali è la stima del tasso medio annuo di variazione per il biennio che ci apprestiamo ad affrontare. Il tasso di disoccupazione provinciale potrebbe così portarsi al 4,4%.
Gli Scenari di sviluppo delle economie locali italiane sono elaborati utilizzando uno scenario di consensus basato sugli ultimi dati diffusi dagli enti istituzionali, con riferimento alle più recenti informazioni dell’Economic Outlook dell’OCSE, diffuso il 28 novembre scorso. Il modello econometrico sul quale si basa lo scenario tiene conto delle informazioni contenute nelle indagini periodicamente condotte dal Centro studi Unioncamere a livello territoriale nonché dei possibili effetti dell’ultima manovra del Governo.