L’anno appena terminato non è stato un facile per la nostra città e per il nostro Paese. E anche il nuovo anno non sarà facile. Questo uno stralcio dell’omelia del Vescovo Gianni Ambrosio in occasione della prima liturgia dell’anno, ieri mattina in Cattedrale. Il Vescovo evidenzia come il persistere delle difficoltà economiche e lavorative abbia colpito tutti, ma soprattutto i più deboli: sono in crescita coloro che non arrivano a far fronte alle avversità. Per questo Ambrosio ha voluto rivolgere un sentito ringraziamento alle parrocchie, alla Caritas, alle associazioni di volontariato, che attraverso piccoli gesti quotidiani di carità si sono impegnati per stare vicino al prossimo. Nel gesto di solidarietà e di amicizia verso i fratelli, scorgiamo i segni dell’amore grande e fedele di Dio. Certi che il Signore non ci abbandonerà.
Di seguito l’omelia intera.
Carissimi fratelli e carissime sorelle,
1. All’inizio del nuovo anno civile, nel nostro cuore vi è la trepidazione di sempre, forse ancor più accentuata vista la difficile situazione che stiamo vivendo. Ma gli interrogativi sono quelli di sempre, come pure i nostri desideri e le nostre attese. Sono interrogativi, desideri e attese che attraversano la vita e fanno parte della nostra storia personale e collettiva. Forse possiamo sintetizzarli in una domanda silenziosa che però è presente nel nostro cuore e nel cuore di ogni persona: quale senso hanno questi nostri giorni che scorrono così veloci e che ci appaiono così tribolati?
2. Ancora una volta la parola del Signore che la liturgia ci propone, ci invita a rivolgere lo sguardo su quel bambino che duemila anni fa è nato a Betlemme. Riascoltiamo l’annuncio che l’apostolo Paolo rivolgeva alla comunità cristiana della Galazia: “Fratelli, quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna, nato sotto la legge, per riscattare coloro che erano sotto la legge, perché ricevessimo l’adozione a figli”. Le parole dell’apostolo sono un annuncio gioioso: con la venuta di Gesù in mezzo a noi, il nostro cammino è illuminato, la nostra storia è salvata. Siamo nella pienezza del tempo perché il Figlio mandato da Dio è il culmine dell’amore del Padre per tutti noi, chiamati a diventare figli di Dio. Non c’è più un tempo che scorre senza senso, c’è solo la fiducia piena in Dio che ci ama: tutta la nostra vita è orientata in attesa della comunione piena con la vita di Dio. Non siamo più schiavi né del peccato né degli idoli, ma siamo figli e eredi per grazia di Dio. Anche i giorni, i mesi e gli anni che passano sono riscattati dall’assurdità perché noi abbiamo ricevuto in Cristo lo stesso spirito del Figlio. Nonostante le difficoltà di vario genere che segnano la nostra vita, noi possiamo vivere come figli nella fiducia e nell’amore: questo è il dono cha abbiamo ricevuto, questo è il nostro orizzonte di cristiani, questo è il nostro impegno quotidiano.
3. Cari fratelli, il primo giorno dell’anno civile coincide per noi credenti con l’ottava del santo Natale. La liturgia della Chiesa pone il suo sguardo su Maria: da lei il Verbo ha assunto la nostra natura umana. Noi celebriamo la sua divina maternità: dal suo grembo nasce il Figlio del Padre e la sua nascita segna l’inizio della svolta decisiva della storia dell’umanità.
Maria, la Madre, secondo le parole del Vangelo, “custodiva tutte queste cose meditandole nel suo cuore”. Maria custodiva il Figlio e le parole riguardanti il Figlio con il suo sguardo stupito, con il suo ascolto attento, con sua riflessione contemplante, con la sua preghiera assidua: meditava nel suo cuore il progetto di grazia e di salvezza e accoglieva la volontà di Dio sulla propria vita. La Chiesa è la comunità di coloro che credono a questa presenza viva di Dio in mezzo a noi, nella nostra storia umana e la custodiscono con cura e con gioia, come ha fatto Maria. Abbiamo bisogno di recuperare il gusto di questo meditare nel silenzio e di sperimentare la gioia di questo ascoltare e pregare per non lasciarci sopraffare dai ritmi incalzanti della vita che ci impediscono di ritrovarci davanti a Dio che abita nel nostro cuore.
4. Cari fratelli e sorelle, l’anno che è appena terminato non è stato un anno facile per la nostra città e per il nostro Paese. E anche il nuovo anno non sarà facile. Il persistere delle difficoltà economiche e lavorative colpisce tutti, ma colpisce soprattutto i più deboli: sono in crescita coloro che non arrivano a far fronte alle avversità. La nostra Chiesa, attraverso le parrocchie, attraverso la Caritas, attraverso il volontariato, attraverso i gesti quotidiani di carità si è impegnata parecchio. Sono grato a chi, in modalità diverse, ha voluto venire incontro alle necessità dei fratelli. Ma vogliamo guardare con speranza all’anno nuovo. Perché nel gesto di solidarietà e di amicizia verso i fratelli, partecipiamo all’amore di Dio per noi e scorgiamo così i segni del suo amore grande e fedele. Siamo certi che il Signore non ci abbandona: è l’Emmanuele, il Dio-con-noi. Possiamo riscoprire l’importanza fondamentale della buona relazione con Dio e delle buone relazioni tra noi, vincendo “la diffusa tendenza a ricorrere esclusivamente ai criteri dell’utilità, del profitto e dell’avere” (Benedetto XVI, Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace).
Questo è l’invito che il Santo Padre rivolge a tutti, e in particolare ai giovani, nel suo Messaggio per la Giornata mondiale della Pace. Il Papa si sofferma sulle “preoccupazioni manifestate da molti giovani in questi ultimi tempi, in varie regioni del mondo”, in particolare la “difficoltà a formare una famiglia e a trovare un posto stabile di lavoro”. Coglie nei giovani “il desiderio di poter guardare con speranza fondata verso il futuro”. E invita la famiglia e tutte le componenti della società a “educare i giovani alla giustizia e alla pace”.
Accogliamo l’invito del Santo Padre e preghiamo perché la Chiesa di Dio che è in Piacenza-Bobbio, nella fede che custodisce il mistero dell’amore di Dio, sappia seminare ancora una volta le ragioni della speranza nella coscienza di ciascuno di noi, nella coscienza della nostra gente e dei nostri giovani. Con la luce della bontà che si è accesa a Betlemme, sia illuminato il nostro cammino, sia irrobustita la nostra forza spirituale e morale, sia sostenuto il nostro impegno per aiutarci a vivere secondo la nostra dignità di figli di Dio.
Affidiamo a Maria Santissima, Madre di Dio, il nuovo anno e i desideri di pace e di giustizia che sono nel nostro cuore. La Vergine Maria ci aiuti a rinnovare la nostra fede e la nostra speranza nel Cristo Signore, sorgente di pace e di salvezza per tutti gli uomini. Amen.