Un traguardo importante raggiunto con fatica dopo anni di polemiche e dibattimenti. L’inaugurazione del nuovo ponte sul Trebbia, prevista per domani mattina alle ore 10.30, non sembra però placare la querelle. “Poco sicuro e più costoso del previsto”, secondo Samuele Raggi dell’Italia dei valori che ha confermato il sit-in di protesta a partire dalle 10 di domani.
LA POLEMICA – “Non capisco – ha commentato il candidato sindaco alle primarie del centro sinistra per l’IdV, Raggi – perché inaugurare un’opera a metà e i cui collaudi non sono ancora stati completati. Diversamente da quanto si fa normalmente per qualsiasi opera, la relazione della prima visita di collaudo in corso d’opera non è ancora redatta ma, nonostante ciò, il ponte verrà inaugurato ugualmente. Questo è già di per sé paradossale perché questa documentazione dovrebbe essere pronta ben prima dell’apertura al traffico.
Inoltre, come si evince dai documenti forniti dall’ingegnere Pozzoli, capufficio infrastrutture e viabilità della Provincia, sono state effettuate soltanto le prove di carico statiche e dinamiche. Non mi sono invece stati consegnati gli esiti delle prove sui materiali, come asfalti e barriere di sicurezza, perché non ancora disponibili ”.
La risposta a Raggi non si è fatta attendere e questa mattina nella sala consiliare, durante la presentazione tecnica del Ponte, il presidente della Provincia Massimo Trespidi ha commentato: “Domani sarà per tutti una giornata di festa, bisogna allontanare le falsità che sono circolate negli ultimi giorni. Sul fronte della tempistica, la perizia geologica preliminare non ha trovato, nonostante i carotaggi effettuati in prossimità del secondo pilone, una discarica abusiva nel territorio di Piacenza. La discarica è stata trovata durante la bonifica bellica alla fine del giugno 2009, bonifica che ha richiesto maggiori costi pari a 307mila euro, così come gli oneri per gli espropri, cresciuti di 385mila rispetto a quelli previsti dalla commissione di cui faceva parte l’allora assessore provinciale Alberto Borghi”. Presente alla conferenza l’ingegnere piacentino, progettista esecutivo dell’opera, Stefano Rossi che ha sottolineato: “Si tratta di un lavoro strutturale ineccepibile, un ponte con soluzioni tecnologiche all’avanguardia. I piloni, così come gli appoggi, sono stati collaudati. Le prove di carico dell’intera struttura sono state effettuate il 23 dicembre. Non solo è tutto in regola per consentire ovviamente una sicurezza al 100% alla cittadinanza, ma il tutto è stato realizzato in soli 16 mesi. Una tempistica non consona alle opere pubbliche”.
L’INCONTRO TECNICO – Il progettista del nuovo ponte ha ricordato come l’opera rappresenti un’eccellenza sul territorio nazionale: è stata infatti realizzata con una tecnica costruttiva poco impattante a livello ambientale e più rapida nei tempi di realizzazione. “Dalla fase progettuale – ha continuato l’ingegner Rossi – alla realizzazione sono state apportate delle modifiche che, come previsto dalla normativa, consentono di adottare tempi più ristretti, costi ridotti e varianti tecnologiche migliorative. Così e stato, visto che il progetto del ponte non è stato modificato nella sostanza: l’infrastruttura ha lo stesso aspetto e la stessa lunghezza di quelli previsti. La vera variante tecnologica è stata la realizzazione dei piloni e degli appoggi. In questo modo si è potuta ridurre la durata dei lavori, è stata aumentata la durata complessiva dell’opera e si renderanno necessari minori costi di manutenzione, oltre a un risparmio complessivo di 30mila euro per la Provincia. I piloni sono stati testati a carico, sottoposti a prove vibrazionali e a rottura. Solo un pilone ha dato problemi, ed è stato sostituito per essere nuovamente testato, questa volta con esito positivo”.
UNA STORIA CHE PARTE DA LONTANO – Trespidi ha poi voluto ricordare che il merito non è esclusivo dell’attuale amministrazione. “Quest’opera è stata voluta e portata a termine da tre diverse amministrazioni provinciali: quella di Squeri, poi quella di Boiardi ed infine l’attuale. Dobbiamo essere orgogliosi di quello che abbiamo fatto, e di ciò che è stato fatto in passato. Davanti a un’opera così attesa dalla cittadinanza non è possibile, ed è superfluo, fare dei distinguo”.