Dal 20 al 24 febbraio 2012 si terrà un Corso di Addestramento alla ricerca delle impurità solide negli alimenti (Filth Test) organizzato dall’Istituto di Entomologia e Patologia vegetale della Facoltà di Agraria di Piacenza.
Così come nei precedenti corsi (iniziati a partire dalla prima metà degli anni ’80) sarà dato spazio soprattutto agli aspetti pratici che attengono a questo tipo di analisi.
Analisi per cui si è registrato negli ultimi anni un deciso aumento dell’interesse, per una crescita dell’attenzione da parte dei consumatori e dei responsabili della qualità delle industrie alimentari e degli organi di controllo come le AUSL, per ciò che concerne la presenza di impurità solide negli alimenti.
Questo acuito interesse deriva anche da casi particolari che hanno avuto rilevanza nazionale: basti ricordare gli inquinamenti rilevati, in casi del resto sporadici, nei prodotti derivati dal pomodoro, o nei funghi (tali quali o lavorati), o ancora nello yogurt, ai quali i media hanno dato largo spazio, e che quasi sempre, alla resa dei conti, si sono dimostrati scarsamente preoccupanti, ma comunque funzionali ad allertare i responsabili delle industrie e delle istituzioni preposte al controllo della salubrità e dell’igiene degli alimenti.
Il corso organizzato presso la Facoltà d’Agraria di Piacenza è realizzato per venire incontro a queste esigenze di formazione e informazione.
Un corso pratico, che si svolge principalmente in Laboratorio, affrontando le analisi dei più comuni alimenti e fornendo le basi per il riconoscimento delle principali impurità, quindi con l’uso di stereoscopio e microscopio.
Naturalmente vengono anche fornite le basi teoriche essenziali per poter svolgere nel migliore dei modi queste analisi. E non mancherà uno spazio dedicato all’esame della bibliografia relativa al filth test.
La finalità del corso, che dura dal lunedì al venerdì e impegnerà i partecipanti per circa otto ore al giorno, è quella di fornire tutte quelle informazioni e manualità necessarie per analizzare varie matrici alimentari, riuscendo così a stabilire le loro condizioni igienico-sanitarie.
Il filth test è un valido mezzo per valutare la qualità delle materie prime e può essere prezioso per selezionare i fornitori oltre che per verificare il prodotto finito.
È certamente vero che sono più noti i rischi chimici e microbiologici, che coinvolgono i prodotti alimentari, rispetto a quelli legati alla presenza di impurità solide. Ma è altresì vero che assumono un rilievo mediatico enorme i ritrovamenti di certe impurità come, ad esempio, grossi frammenti di insetti e peli.
Questi ritrovamenti sono del tutto sporadici, mentre sono una costante le impurità microscopiche prima citate e che hanno rilevanza igienica.
Inoltre chi esporta derrate all’estero deve sottostare a limiti nel livello di impurità che fanno riferimento alle norme della Food and Drug Administration degli USA. E quindi prima di vedersi respinta la merce con rilevanti danni economici, è opportuno sapere se questi vincoli sono rispettati o meno.
Per questi motivi, il filth test rimane un’analisi ineludibile alla quale si rivolgono i responsabili della Qualità delle industrie alimentari, i responsabili istituzionali (NAS, AUSL, ecc.), i laboratori di analisi.
E questo interesse risulta evidente dall’adesione che continuano ad avere i Corsi di Addestramento organizzati a Piacenza a quasi trent’anni dalla loro istituzione.
Per informazioni rivolgersi a: Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza, Servizio Formazione Permanente, tel. 0523/599194 e-mail: ser.formpermanente-pc@unicatt.it.