Mai come in questo 2011 l’agricoltura ha dimostrato di saper produrre e produrre bene. Sono dati positivi quelli scaturiti dall’incontro di questa mattina con la Coldiretti, a cominciare da quelli occupazionali.
I DATI – I lavoratori a tempo determinato nel 2011 salgono a 5830, mentre i contratti a tempo indeterminato registrano una lieve flessione: da 776 nel 2010 ai 765 nel 2011. E cresce anche il fatturato: del 18, 2%, trainato dai concimi (22,3%), fertirrigazione (24,8%) e dai ricambi commercializzati (19,8%). Sul fronte della viticoltura, gran parte della produzione è di vitigni locali (i 2/3, un dato elevato se si rapporta a quello nazionale fermo al 30%), con un’annata 2011 caratterizzata da vendemmie di qualità molto alta.
2970 le aziende di coltivatori diretti e registra un andamento positivo anche il comparto lattiero con una produzione totale di 2.600.000 quintali di latte, mostrando però attenzione al consumatore (migliorando la tracciabilità del prodotto) e al benessere dell’animale.
“Oggi non vogliamo – ha dichiarato Luigi Bisi, presidente della Coldiretti Piacenza – dare semplicemente dei numeri: riteniamo fondamentale, soprattutto in questo periodo di crisi, far comprendere alla società il vero valore dell’agricoltura che si traduce non solo nella produzione di cibo, ma anche nella creazione di indotto e di posti di lavoro. Nonostante la contrazione economica globale, l’agricoltura subisce poco i contraccolpi della crisi”.
IL MADE IN ITALY – Gli agricoltori hanno dimostrato di saper produrre con un’attenzione particolare all’ambiente, all’etica e ai valori immateriali del cibo. In Italia più che in altri Paesi il legame intrinseco tra uomo e agricoltura ha generato la cultura del cibo. “Proprio per questa nostra storia nazionale e regionale, fatta di secoli e tradizioni, – ha dichiarato il direttore della Coldiretti Piacenza, Massimo Albano – occorre tutelare con ogni mezzo i nostri prodotti”. Il danno che i falsi prodotti italiani generano è decisamente ingente. Coldiretti Emilia Romagna ha recentemente ricordato che l’italian sounding, come viene definita la produzione di falsi alimenti che richiamano con nomi e colori quelli nazionali, ruba all’economia italiana oltre 60 miliardi di euro. Il dato è ancora più eclatante se si pensa che il valore totale delle esportazioni agroalimentari italiane è pari a 28 miliardi di euro.