La società Mac Oil SpA, titolare del permesso di ricerca per idrocarburi liquidi e gassosi denominato “Fiorenzuola d’Arda”, ha comunicato agli uffici competenti l’inizio della procedura di VIA (Valutazione d’impatto ambientale). L’area interessata è a cavallo delle provincie di Piacenza e Parma, e comprende il territorio dei seguenti comuni: Alseno, Besenzone, Cadeo, Calendasco. Carpaneto Piacentino, Castell’Arquato, Cortemaggiore, Fiorenzuola d’Arda, Gazzola, Gossolengo, Gragnano Trebbiense, Gropparello, Lugagnano Val d’Arda, Piacenza, Podenzano, Ponte dell’Olio, Pontenure, Rivergaro, Rottofreno, San Giorgio Piacentino, Vernasca, Vigolzone, Busseto, Fidenza, Pellegrino Parmense e Salsomaggiore Terme. È un’area che comprende parti di aree protette quali il Parco regionale dello Stirone, il Parco fluviale del Trebbia e la Riserva del Piacenziano.
I consiglieri regionali Luigi Giuseppe Villani e Andrea Pollastri, del gruppo Popolo della Libertà, hanno presentato un’interrogazione a risposta immediata per chiedere chiarimenti alla Giunta ed esprimere forti perplessità sul grado di informazione a disposizione degli enti locali interessati. Nell’illustrare l’interrogazione, Villani ha sottolineato come questo progetto appaia contraddittorio con quanto prevede la legge regionale 11/1988 (“Disciplina dei Parchi Regionali e delle Riserve Naturali”), che sancisce il divieto di esercizio di nuove attività estrattive e afferma che la tutela della biodiversità rappresenta l’obiettivo primario nelle politiche di gestione del sistema regionale.
L’assessore alle Attività produttive, Gian Carlo Muzzarelli, ha riferito che i tempi procedurali inerenti la procedura di VIA hanno iniziato a decorrere dal 26 ottobre 2011 e la l.r. 9/1999 prevede che il procedimento si concluda, con atto della Regione, entro 150 giorni, salvo sospensione del procedimento per richiesta di integrazioni alla documentazione depositata. Il 25 novembre si è tenuta la prima seduta della Conferenza di servizi, nella quale è stato chiesto alle amministrazioni locali di far pervenire le loro segnalazioni alla Regione entro il 16 dicembre. Qualora le indagini geofisiche confermassero la presenza di “trappole di idrocarburi” meritevoli di ulteriori accertamenti tramite perforazione di uno o più pozzi esplorativi, questi devono essere autorizzati dal Ministero dello Sviluppo Economico; la Mac Oil SpA ha presentato istanza presso il Ministero nel luglio 2008, è una società fondata nel 2007 e impegnata nell’esplorazione di idrocarburi liquidi e gassosi in Europa e Nordamerica, finora ha presentato istanza per 5 permessi di ricerca nel territorio italiano.
Al momento la Regione è chiamata ad esprimersi sulle attività di ricerca di idrocarburi qualora venissero evidenziate risorse tecnicamente ed economicamente sfruttabili. Nell’ambito della procedura di VIA, la Regione, con il coinvolgimento degli enti territoriali, esprimerà un giudizio negativo nel caso non ritenga questo progetto sostenibile per il territorio e in contrasto con la vivibilità dei comuni interessati. Quanto agli obblighi di pubblicità imposti dalle normative, la Conferenza di servizi potrà decidere le modalità più idonee per veicolare l’informazione alle popolazioni interessate.
Il consigliere Villani si è detto parzialmente soddisfatto sulle delucidazioni fornite rispetto all’iter procedurale. Resta la convinzione che gli enti locali siano ancora largamente all’oscuro della vicenda, e la Regione deve assumere un’iniziativa al più presto per colmare questo deficit informativo. È poi paradossale che una Regione solitamente propensa ad approvare norme fin troppo restrittive della libera iniziativa, motivate con la difesa degli ecosistemi e della fauna minore, non appaia altrettanto decisa nel tutelare la popolazione rispetto a interventi a forte impatto ambientale. Villani ha rimarcato che l’attività di ricerca per individuare nel sottosuolo sacche di idrocarburi liquidi e gassosi risulta essere di carattere sismico e, dunque, anche nella fase di ricerca, impattante e negativo per gli animali in generale e per la tutela della biodiversità.
LA RISPOSTA DI ANDREA POLLASTRI ALL’ASSESSORE MUZZARELLI
“Un maggior coinvolgimento degli Enti Locali in una scelta che interesserà il loro territorio” a sottolinearne l’urgenza è Andrea Pollastri (PdL) commentando la risposta fornita dell’Assessore Regionale alle Attività Produttive Gian Carlo Muzzarelli ad un’interrogazione presentata dal Consigliere insieme al Capogruppo Luigi Giuseppe Villani.
La vicenda riguarda la società Mac Oil Spa, titolare del permesso di ricerca per idrocarburi liquidi e gassosi denominato “Fiorenzuola d’Arda”, in un’area compresa tra le Provincie di Piacenza e Parma.
Come previsto dalla legge, il Decreto n. 152 del 2006, la Società ha presentato alla Regione la richiesta di Valutazione di Impatto Ambientale (V.I.A.), resasi ancora più necessaria dal fatto che l’area individuata comprende in parte zone protette quali il Parco Regionale dello Stirone (con i Comuni di Fidenza, Salsomaggiore Terme, Vernasca e Alseno), il Parco Fluviale del Trebbia (con i Comuni di Rivergaro, Rottofreno, Calendasco, Gazzola, Gragnano e Piacenza) e la Riserva del Piacenziano (con i Comuni di Gropparello, Vernasca, Lugagnano, Carpaneto, Castell’Arquato).
“Non siamo contrari allo sfruttamento ad alla ricerca di nuovi giacimenti non sfruttati di idrocarburi – spiega Pollastri – tuttavia, data la tutela delle aree in cui verranno fatte le rilevazioni ci è sembrato opportuno intervenire chiedendo chiarimenti
In generale, infatti, l’attività di ricerca per individuare nel sottosuolo sacche di idrocarburi liquidi e gassosi risulta essere di carattere sismico con un possibile impatto per gli animali e la tutela della biodiversità all’interno dei parchi, ma anche per la vivibilità stessa nei luoghi dove avvengono queste indagini.”
Alle domande sulla durata delle procedure di V.I.A., l’Assessore ha risposto che “La Regione ha 150 giorni a partire dal 26 ottobre 2011 per esprimersi sulla compatibilità ambientale del progetto.”
Per quanto riguarda invece le intenzioni della Giunta egli ha affermato che “La pratica verrà seguita con la massima attenzione ed anche se il divieto di effettuare attività estrattive nelle aree naturali protette riguarda cave e miniere e non gli idrocarburi, la Regione Emilia-Romagna non ha mai ritenuto compatibile la realizzazione di pozzi siano essi esplorativi o estrattivi, con le tutele poste in essere all’interno di tali aree oggetto di tutela ambientale”.
“Inoltre – ha precisato – la Conferenza dei Servizi a cui partecipano gli Enti Locali interessati e che si è già riunita il 25 novembre potrà decidere le modalità più idonee a veicolare l’informazione sulla procedura avviata”.
“Spiace riscontrare – ha chiosato Pollastri – che la fase di confronto con gli Enti Locali non è stata avviata con particolare informazione, il fatto che molti di essi, interpellati, non ne sapessero nulla, è abbastanza emblematico. Chiediamo di cambiare atteggiamento rispetto a quello avutosi sin d’ora ed aumentare l’informazione a cittadini ed Istituzioni.”