Piacenza partecipa alla mobilitazione internazionale per la rinascita della Birmania. L’assessore Giovanna Palladini ha incontrato Beaudee Zawmin membro anziano del governo birmano in esilio e vicedirettore dell’Euro Burma Office di Bruxelles. Un’occasione per aprire uno spazio di riflessione sulla situazione internazionale della Birmania e per consegnare una lettera indirizzata alla leader birmana San Suu Kyi per esprimerle la vicinanza della comunità piacentina e la disponibilità di futuri rapporti di collaborazione in vari settori in cui la Birmana si sta espandendo nonostante la grande povertà. Beaudee Zawmin.
L’Associazione per l’Amicizia Italia–Birmania nasce nel 2009 a Monza con l’obiettivo di sostenere la causa dei diritti umani e aiutare il popolo birmano a liberarsi in modo democratico dalla dittatura soprattutto oggi che finalmente si è instaurato il regime civile e la Birmania necessita un processo di vera e propria ricostruzione. Lo stesso Beaudee Zawmin prima era membro del governo legittimo birmano in esilio e vicedirettore dell’Euro Burma Office di Bruxelles con il quale si occupava di gestire la situazione politica del paese dall’esterno, per quanto gli fosse possibile, essendo contrastato dal regime militare. Ora, con l’instaurazione del governo civile, ciò di cui Zawmin si occupa è appunto il rapporto con le varie istituzioni internazionali alla ricerca di collaborazione proprio per la ricostruzione del paese.
LA STORIA
Quando il regime militare si è instaurato al potere nel 1988, è iniziata una feroce guerra civile. Ogni insurrezione popolare veniva sedata con la forza da parte del regime, ed è in corso un conflitto piuttosto aggressivo tra il governo e il gruppo etnico dei Karen.
Dopo 2 anni di dittatura militare, nel 1990, il partito al governo (NUP) permise libere elezioni, ma poiché vinse il partito (NDL) rappresentato da Aung San Suu Kyi, nell’ottobre dello stesso anno i reparti dell’esercito fecero un’incursione presso la sede NDL arrestando tutti i componenti, tra cui Aung San Suu Kyi ,che è stata liberata solamente nel novembre 2010.
L’area più colpita dalle dimostrazioni di violenza dei militari è quella sud-orientale (o Tenasserim); di conseguenza ogni anno migliaia di esuli si muovono verso il confine con la Thailandia, dove sono stati istituiti dei campi profughi.
I rifugiati hanno comunque scarse possibilità di migliorare le loro condizioni di vita, infatti non vi è alcuna fornitura di corrente elettrica e di medicinali, inoltre la maggior parte della popolazione è estenuata da fame e malnutrizione e molti bambini per sopravvivere vengono costretti alla prostituzione o al lavoro forzato. In questo stato le persone sono facile bersaglio di parassiti, vermi e malattie come malaria, epatite e AIDS.