Rai Versus Profilattico: inutile tabù per l\’assessore Palladini

Nella giornata mondiale della lotta contro l’Aids, la parola d’ordine sarebbe dovuta essere prevenzione. Eppure le cose non sono filate così lisce. La parola “profilattico” sembrebbe essere schiacciata da pesanti tabù. All’alba del 2012. O per lo meno, è così per la Rai e per il ministero della Salute, guidato da poche settimane da Renato Balduzzi. Parrebbe infatti che nella giornata della lotta al virus dell’Hiv, in alcune redazioni Rai sia giunta una mail contenente chiare indicazioni che lasciavano pochissimo spazio a dubbi: secondo quanto riportato dai quotidiani nazionali, nella missiva si chiedeva di far ricorso al concetto genereico di prevenzione e che in nessun intervento doveva essere nominato esplicitamente il profilattico, facendo riferimento ad una indicazione del ministero in tal senso.

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La fuga di notizie ha provocato un fuggi fuggi generale: la polemica si è unita al giallo perché, a detta dei dirigenti Rai e del ministero, da parte di nessuno ci sarebbe stato il divieto (anche se poi la parola non è stata usata). L’azienda pubblica ha ribadito la sua piena autonomia editoriale di reti e testate, aggiungendo che l’impegno è quello di sostenere con forza la campagna di sensibilizzazione. Ma le dichiarazioni postume non sono bastate ed è stata avviata un’inchiesta interna.

Sul caso nazionale l’assessore ai Servizi Sociali Giovanna Palladini ha dichiarato: “non capisco la pietra dello scandalo. La parola profilattico ha il significato straordinario di prevenzione, prevenire il contagio di malattie. Non solamente l’Aids, ma tantissime malattie sessualmente trasmissibili. Abbiamo l’istituto di igene profilassi e nessuno appare scandalizzato per questo. Il problema reale è che bisogna dire chiaramente le cose come stanno. Soprattutto ai giovanissimi. Il profilattico continua ad essere uno strumento validissimo nella lotta al virus dell’HIV”.

Certo è che il veto in questione ha l’odore un po’ stantio dei tempi andati, quel sapore passato di proibitismo e finto perbenismo.