“La sussidiarietà è una delle forme utili per risolvere i problemi dell’Italia di oggi. Lo Stato moderno è oggi paragonabile a una balena giunta alla sua ultima spiaggia e soffocata dal suo stesso peso: per questo bisogna puntare sui cosiddetti enti intermedi e sulle comunità volontarie”. Lo ha detto l’avvocato Corrado Sforza Fogliani, presidente della Confedilizia nazionale, della Banca di Piacenza e vicepresidente dell’Abi, visitando, ieri mattina, la mostra “150 anni di sussidiarietà”, ospitata dalla Provincia.
A guidare l’avvocato Sforza Fogliani – presente con i vertici della Banca di Piacenza – negli spazi espositivi del piano terra erano presenti il presidente della Provincia Massimo Trespidi, il capo di gabinetto della presidenza Domenico Bergonzi e il direttore generale Cinzia Bricchi. Nel ruolo di “Cicerone” il volontario Giovanni Botti, che ha condotto i presenti nel percorso della mostra, che si compone di 35 pannelli, esposti tra l’atrio del palazzo, la sala consiliare e la sala Garibaldi, ed è suddivisa in più tappe: dall’Unità alla Grande Guerra, dal fascismo al secondo conflitto mondiale mondiale, l’assemblea costituente, il boom economico e l’epoca post-sessantottina. L’avvocato Sforza Fogliani al termine della visita si è soffermato, in particolare, sul ruolo delle casse rurali, “nate – ha detto – come tutte le banche private, affinché il debito pubblico non sottraesse risorse all’iniziativa privata, stimolando in tal modo gli investimenti per lo sviluppo”. Il presidente della Banca di Piacenza ha sottolineato, inoltre, il ruolo di primo piano giocato dal territorio piacentino nell’ambito del solidarismo e dell’impegno sociale. “Piacenza – ha sottolineato – fu tra le prime città a ospitare le cosiddette ‘istituzioni padronali’ e della forza lavoro. La prima Camera del lavoro, ad esempio, nacque proprio nella nostra città, nel 1891”. Per il presidente Trespidi la mostra della sussidiarietà (che è stata inaugurata per la prima volta dal Capo di Stato Giorgio Napolitano il 21 agosto scorso al Meeting di Rimini) mette in rilievo “lo straordinario patrimonio di risorse umane che dobbiamo avere il coraggio di riscoprire. Non c’è Stato, apparato – ha precisato Trespidi – che possa fare meglio del desiderio di ‘costruire’, di ‘inventare’, di ‘progredire’ della persona. I momenti drammatici e difficili del nostro Paese sono stati superati grazie a questo slancio, che abbraccia ogni uomo, dal momento che l’opera del singolo diventa inevitabilmente patrimonio di tutti”. “Oggi – ha sottolineato il presidente della Provincia – è ancora forte l’equivoco in base al quale tutto ciò che è pubblico deve essere dello Stato. L’iniziativa di ogni singola persona, per lo sguardo che ha, diventa pubblica di per sé, per la sua capacità di abbracciare, nel bisogno, tutti gli uomini. Non abbiamo bisogno di uno Stato Leviatano, ma di riscoprire l’anima, autentica, dello stare insieme”. Il presidente ha inoltre citato le opere della Provincia che, più di tutte, portano con sé un’anima sussidiaria: dal progetto Tagesmutter, per valorizzare il ruolo attivo dei nuclei familiari e delle organizzazioni no profit nell’ambito dei progetti di conciliazione dei tempi famiglia lavoro, alle iniziative avviate dalla Provincia per sostenere i piccoli Comuni nel percorso della redazione dei Psc (Piani strutturali comunali) e per conferire ai piani cave infraregionali il valore e gli effetti di piani comunali delle attività estrattive”.