“Nel triennio 2008-2010 il contratto di apprendistato ha consentito ad oltre 5mila giovani sotto i 30 anni di inserirsi nel mercato del lavoro a Piacenza e provincia”. A fornire i dati, l’assessore provinciale Andrea Paparo, relatore questo pomeriggio alla Cattolica nell’ambito del ciclo di seminari promossi dalla Provincia – in collaborazione con l’ateneo del Sacro Cuore – sul tema dei “giovani e del lavoro”. Al centro dell’approfondimento – con il contributo di numerosi docenti universitari – gli scenari delineati dal nuovo “Testo Unico dell’apprendistato” che – ha detto Paparo – “può essere considerato la base su cui avviare la costruzione di un nuovo sistema di apprendistato, a partire da una lettura condivisa del quadro di competenze legislative dello Stato e delle Regioni che, con le parti sociali, si pongono nell’ottica di un rilancio dell’istituto quale canale privilegiato per l’ingresso dei giovani nel mercato del lavoro (di tutti i giovani, da quelli senza una qualifica professionale a quelli che ambiscono al dottorato di ricerca o al praticantato per la professione), mediante un contratto che coniuga formazione e lavoro”.
L’assessore – citando alcuni dati elaborati dall’Osservatorio del Mercato del lavoro della Provincia, sulla base delle comunicazioni obbligatorie acquisite dai Centri per l’Impiego – ha spiegato che “l’apprendistato è utilizzato prevalentemente nella fascia di età successiva al diploma (19-20 anni), come strumento di ingresso nel mercato del lavoro una volta terminati gli studi (ed assolto al diritto-dovere di istruzione e formazione)”. “Le imprese che ricorrono in maggior misura al contratto di apprendistato appartengono al settore terziario (52%), ma significativa risulta anche la quota di imprese industriali (47%) – ha sottolineato l’assessore –. Nel terziario le imprese che ricorrono maggiormente a questo strumento operano nel commercio (22%), nei pubblici esercizi (15%) e nel settore dei parrucchieri-estetiste. Nel settore secondario risulta prevalente l’industria manifatturiera (39%)”. “L’apprendistato – ha evidenziato Paparo – consente l’acquisizione di livelli professionali specializzati o qualificati e quindi serve e viene utilizzato per preparare una forza lavoro qualificata.
Nel nostro territorio gli avviamenti di giovani, distinti per qualifiche professionali, vedono la prevalenza delle professioni qualificate nel commercio e nei servizi e degli operai qualificati”.”Oltre l’85 per cento degli apprendisti avviati nell’ultimo triennio risulta aver intrapreso percorsi di formazione professionale”.
Molti gli esperti a confronto alla Cattolica questo pomeriggio. All’introduzione dell’assessore Paparo e ai saluti del professor Francesco Timpano hanno fatto seguito gli interventi del prof Pier Antonio Varesi, ordinario di Diritto del lavoro presso l’ateneo del Sacro Cuore, che ha parlato
delle “ragioni per una riforma”, quindi del collega Domenico Garofalo, ordinario di Diritto del lavoro dell’Università degli Studi di Bari, (“la nuova normativa del contratto di apprendistato”). Sandra D’Agostino dell’ISFOL (Istituto per lo Sviluppo della Formazione Professionale dei Lavoratori) ha parlato della formazione del lavoratore, Massimiliano Mura, del Centro studi attività ispettiva del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, ha trattato la materia della “disciplina transitoria e dell’apparato sanzionatorio”, Donatella Dazzani, responsabile del sistema dell’apprendistato della Regione ha illustrato le prospettive del nuovo apprendistato.