E alla fine i giocatori si sono decisi: hanno messo in mora il Piacenza calcio. Dopo il mancato pagamento degli stipendi di luglio, agosto e settembre, si è trattato di una mossa prevedibile dove i biancorossi si sono affidati all’assistenza dell’avvocato Francesco Macrì, fiduciario per Piacenza dell’Associazione Italiana Calciatori. Ora la società ha venti giorni di tempo per pagare gli stipendi, altrimenti si passerà al Collegio Arbitrale della Lega Pro. In caso di mancato pagamento i giocatori potranno scegliere tra diverse opzioni: se rimanere dei tesserati del Piacenza anche senza stipendio, svincolarsi a parametro zero e a gennaio scegliere un’altra società, oppure non svincolarsi ma smettere di allenarsi con il Piacenza. Ora la palla passa al club, con l’amministratore unico Covilli e l’avvocato Gianfranceschi che oggi, dopo una settimana di assenza, dovrebbero tornare a Piacenza per incontrare la squadra. Intanto è iniziato ieri a Torino il processo che vede coinvolto Luigi Gallo, assieme ad altre due persone, per i fatti del 2005 legati all’acquisto del Torino che portarono poi alla mancata iscrizione al campionato. Secondo l’accusa Gallo rilasciò a al proprietario granata Cimminelli una fideiussione per fronteggiare i debiti. La garanzia, apparentemente rilasciata da Assicurazioni Generali, risultò poi essere falsa. All’inizio delle indagini Gallo aveva sostenuto di essere stato truffato a sua volta da un broker. Gli imputati dovranno difendersi dalle ipotesi di reato di truffa aggravata e di falso. Una quarta persona ha già patteggiato una pena di tre anni. Nel procedimento si sono costituiti parte civile oltre allo stesso Cimminelli anche Attilio Romero, all’epoca presidente del Torino, l’Agenzia delle Entrate, Assicurazioni Generali e il Comune di Torino. Il processo è stato aggiornato a gennaio.