Coldiretti: “A Piacenza 2200 ettari di terreni di proprietà dello Stato”

Ok definitivo del Parlamento alla proposta della Coldiretti di vendere agli agricoltori i terreni agricoli di proprietà pubblica. L’idea che la più grande organizzazione agricola d’Europa aveva lanciato nel corso del Forum di Cernobbio è rientrata nel maxiemendamento al Decreto Sviluppo varato dalle Camere.

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Il provvedimento prevede che “entro tre mesi dalla data di entrata in vigore della legge di stabilità, il Ministero delle Politiche agricole, con uno o più decreti di natura non regolamentare da adottare d’intesa con il Ministero dell’Economia, individui i terreni a vocazione agricola, non utilizzabili per altre finalità istituzionali, di proprietà dello Stato”, “nonché di proprietà degli enti pubblici nazionali, da alienare a cura dell’Agenzia del Demanio”.

“Dopo questo provvedimento, ha dichiarato il direttore di Coldiretti Piacenza Massimo Albano, i nostri uffici hanno effettuato una ricerca per verificare la situazione nella nostra provincia. Il risultato è che sono circa 2200 gli ettari di proprietà dello Stato a Piacenza.

In base allo studio realizzato dai nostri tecnici specializzati Alessandro Belli e Riccardo Piras, i terreni sono ubicati in tutta la provincia, comprendono aree boschive ma anche seminativi, per questo abbiamo valutato che la quotazione degli appezzamenti realmente vendibili e coltivabili, si aggiri intorno ai 7 milioni di euro”.

“Ovviamente proseguiremo lo studio, ha ribadito Albano, perché riteniamo possa rappresentare un’opportunità per le aziende agricole della provincia, in particolare per i giovani che avranno la prelazione; l’obiettivo, infatti, è favorire lo sviluppo dell’imprenditorialità agricola giovanile, così come definiti ai sensi del decreto legislativo 21 aprile 2000, n. 185, e successive modificazioni”.

Il provvedimento stabilisce che la vendita, infatti, avverrà mediante trattativa privata per gli immobili di valore inferiore a 400 mila euro e mediante asta pubblica per quelli di valore pari o superiore a 400 mila euro. Le Regioni, le Province, i Comuni possono vendere i beni di loro proprietà aventi destinazione agricola, conferendo mandato irrevocabile all’Agenzia del Demanio che provvede al versamento agli Enti territoriali già proprietari dei proventi derivanti dalla vendita al netto dei costi sostenuti e documentati.

“C’è voluta la più grande crisi dal dopoguerra per chiudere finalmente anche in Italia l’epoca dello Stato contadino il quale ha sottratto terre fertili agli agricoltori, che sono certo in grado di valorizzarli creando ricchezza e nuova occupazione a sostegno della crescita di cui il Paese ha oggi straordinariamente bisogno, ha concluso il direttore Albano. La cessione di questi terreni toglie allo Stato il compito improprio di coltivare la terra, rende disponibili risorse per lo sviluppo ma soprattutto ha il vantaggio di calmierare il prezzo dei terreni, stimolare la crescita, l’occupazione e la redditività delle imprese agricole che rappresentano una leva competitiva determinante per la crescita del Paese”.