Sono stati presentati questa mattina, nella sede della federazione provinciale del Partito Democratico di Piacenza, gli Stati Generali della Cultura. Presenti alla conferenza stampa il segretario provinciale Vittorio Silva e il responsabile del forum provinciale cultura, Mario Magnelli. Uno, lo slogan pronunciato da più voci: l’Italia torni ad essere una fabbrica di cultura, “Il Pd di Piacenza per la cultura”. Un monito lanciato a tutti, l’obiettivo centrale verso cui tendere. “Occorre lavorare duramente – ha affermato Vittorio Silva – per cambiare e invertire la rotta. Bisogna pensare insieme ad un vero progetto di riforma per la cultura italiana, che spazzi via la pericolosa retorica dell’ex governo di centro destra fondata sull’equazione cultura/inutilità/inefficienza/spreco/privilegio. Un ormai ex ministro, qualche mese fa, dichiarò che con la Divina Commedia non era possibile fare un panino per giustificare i tagli che sono stati portati a tutto il mondo della cultura e atutti gli operatori che si occupano di questo settore. La nostra vuole essere una risposta ad una politica sbagliata. Noi riteniamo che la cultura sia una risorsa, una risorsa fondamentale per lo sviluppo economico di un paese”.
L’appuntamento nazionale, previsto per il 3 e il 4 dicembre a Roma, è preceduto da assemblee regionali e provinciali per definire la piattaforma politica nazionale del partito sulle politiche culturali per farne uno degli elementi centrali della risposta alla crisi e della crescita del Paese.
Su questi temi viene promossa una serata di riflessione a Piacenza, venerdì 18 novembre alle 21, al Ridotto del Teatro Municipale con la partecipazione dell’assessore comunale alla Cultura Paolo Dosi e di Maurizio Roi, responsabile nazionale del dipartimento cultura del Pd.
Diversi saranno gli interventi qualificati, tra tutti particolarmente atteso anche quello di Emilia de Biase, componente della commissione cultura. “Il Pd – ha affermato Magnelli – rappresenta l’unica forza politica che si interroga sullo sviluppo culturale”.
Partecipazione, crescita economica, occupazione. La cultura deve essere anche, e soprattutto, questo.