Camposanto Vecchio a rischio inondazione, manca l\’argine promesso

Mentre tutti gli occhi sono puntati sul livello del fiume Po, lentamente in esaurimento, vi sono altre zone del territorio che chiedono attenzione. Una di queste è quella di Camposanto vecchio, dove uno dei residenti, il signor Giulio Pezza, mette in evidenza le promesse mancate in merito alla costruzione di un piccolo argine che mettesse in sicurezza la zona. Di seguito la sua lettera:

Radio Sound

Gentile direttore, abbiamo ancora tutti negli occhi le immagini delle alluvioni di Genova, delle Cinque terre e della Lunigiana. In pochi minuti, una colata di acqua e fango ha distrutto quanto costruito nel corso degli anni in quelle zone. Da più parti si è sentito dire che parte delle responsabilità è da attribuire alla mancanza di argini e altri interventi di manutenzione ordinaria. Ebbene, anche a Piacenza c’è una zona a rischio inondazione, per colpa dell’immobilismo e della burocrazia. L’argine del Po, nella zona di Camposanto Vecchio, è stato realizzato lasciando fuori la chiesetta e gli edifici accanto. Oggi, accanto alla Chiesa di Camposanto ristrutturata e rivitalizzata grazie a don Pietro Cesena, trovano anche sede il centro di accoglienza per le ragazze madri in difficoltà “Le querce di Mamre” gestito in collaborazione con la parrocchia di Borgotrebbia e il centro di documentazione ed educazione ambientale del Parco fluviale. Per proteggere le strutture a cui hanno contribuito il Comune di Piacenza, la Provincia di Piacenza assieme a Regione, Fondazione di Piacenza e Vigevano e altri partner, è stato deciso sin dall’inizio da parte dell’Agenzia interregionale per il fiume Po di realizzare un “arginello”, una struttura di circa 120 metri che circondando l’area potesse proteggerla dal rischio inondazioni. Sappiamo però che la pratica è bloccata su qualche scrivania a Parma, senza tempi certi sulla realizzazione e nonostante ci siano già i finanziamenti e i progetti. All’interno del centro di accoglienza risiedono alcune mamme con i loro bambini che in questi giorni di emergenza vivono costantemente con la preoccupazione di una evacuazione improvvisa. Nelle foto che vi alleghiamo scattate durante l’alluvione del 2000 si vede come l’acqua arrivasse al primo piano della struttura. Da notizie di stampa sembrava l’argine dovesse essere realizzato a metà del 2009: purtroppo son passati due anni e ora, nell’imminenza di un nuova piena del Po, dobbiamo ancora fare i conti con l’assenza di tempi certi per la messa in sicurezza.