Cittadinanza onoraria al Polo di Mantenimento Pesante

Cittadinanza onoraria al Polo di Mantenimento. L’onorificenza riconosciuta questo pomeriggio all’apertura del Consiglio Comunale. Le motivazioni espresse dal Sindaco di Piacenza Roberto Reggi che ha sottolineato il ruolo ricoperto fin dal 1911 da questa struttura, fondamentale in periodo bellico, cardinale nell’ambito civile in periodo di pace. “Da celebrare è il ruolo degli uomini e delle donne che in tutti questi anni vi hanno lavorato”, spiega il colonnello Claudio Totteri, attuale direttore. Sono ad oggi cittadini onorari di Piacenza il cardinale Agostino Casaroli, il vescovo Luciano Monari, lo storico Pierre Racine, il II Reggimento Genio Pontieri, cui si aggiunge ora il Polo di viale Malta. Un’ occasione importante per la città di riappropriarsi di una parte fondamentale della sua storia e tributare il giusto riconoscimento a un’ Istituzione legata in modo indissolubile alla nostra comunità. L’ex Arsenale rappresenta fin dalle origini una risorsa occupazionale per la città di Piacenza: i settecento dipendenti del 1911, data della costituzione formale della “Officina di costruzioni di artiglieria” rappresentavano una quota considerevole dei 51mila abitanti piacentini di allora. Le necessità belliche della Seconda Guerra mondiale portarono il personale a crescere fino a raggiungere quota tremila unità. Oggi sono all’incirca settecento i dipendenti. Il Polo di Mantenimento Pesante Nord ha quindi da sempre rappresentato per numero di occupati una delle primarie attività nel territorio piacentino, garantendo sin dalla sua fondazione migliaia di posti lavoro a famiglie e giovani, contribuendo alla crescita economica e industriale della città. La necessaria formazione interna, garantita per aggiornare i vecchi assunti e preparare i nuovi, ha permesso all’Arsenale di avere tecnici preparati e qualificati in molteplici campi. Le conoscenze di fisica, informatica, chimica ed elettronica e l’esperienza acquisita nella gestione dei principali strumenti d’arma della difesa nazionale, sono state utili anche all’esterno dello stabilimento militare. L’ex Arsenale dal dopoguerra è stato chiamato in numerose occasioni al recupero e al restauro di diverse opere d’arte e di monumenti. A Piacenza sono molteplici le testimonianze degli interventi attuati sui simboli della città: la statua dell’Angil dal Dom, posizionata sulla guglia del Duomo di Piacenza, restaurata all’ex Arsenale nel 1962 e ricollocata sulla torre campanaria della Cattedrale nel 1964 davanti a migliaia di persone, i cavalli del Mochi, restaurati una prima volta dopo gli eventi bellici nel 1945, e in tempi più recenti, per altre due volte, nel 1984 e nel 1995 smontati, trasportati nelle officine e – dopo l’intervento di imprese specializzate – riposizionati all’ombra del Gotico sui basamenti restaurati dagli stessi tecnici dello stabilimento militare. Il restauratore Giovanni Morigi, assai noto per gli importanti lavori effettuati a monumenti di grande prestigio definì quegli interventi un’esperienza da esportare non solo in Italia ma anche in Europa. Una simbiosi, un matrimonio, che oggi è inscindibile e imprescindibile. Occorre ricordare poi il restauro della splendida cancellata di Palazzo Farnese voluto tra la fine degli anni Settanta e gli anni Ottanta dal comandante Gianni Gamberini: un uomo che ha saputo coniugare l’azienda che dirigeva con le esigenze della cultura e del territorio piacentino. Così come il generale Giuseppe Farinelli e il generale Eugenio Gentile uomini che hanno scelto di vivere le loro esperienze di vita non solo nella loro azienda, ma anche nella nostra città, dove hanno svolto ruoli di importanza rilevante e tuttora sono impegnati nella valorizzazione della città. 

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