Torna a Novembre \”Un Po di gusto\” a difesa della qualità piacentina

Torna la rassegna gastronomica “Un Po di gusto” alla sua 5° edizione. L’appuntamento con i sapori della Bassa piacentina si presenta quest’anno con una formula inedita: i migliori ristoranti, trattorie, agriturismi, osterie inseriscono nel loro menù un piatto speciale dedicato alla rassegna e realizzato con i migliori prodotti provenienti esclusivamente dalle aziende associate alla Strada del Po e dei Sapori. Da Novembre a Marzo quattordici ristoranti per i sette comuni che fanno parte della Strada del Po e dei Sapori della Bassa Piacentina proporranno una gamma di piatti la caratteristica comune dei quali è l’essere stato preparato unicamente con prodotti provenienti da aziende del territorio. L’iniziativa mira a rafforzare l’immagine di un prodotto all’avanguardia per quanto riguarda la qualità dell’offerta in grado di conquistare spazi rilevanti nell’ambito del moderno mercato turistico.

Radio Sound

L’itinerario della Strada del Po misura nel complesso 80 km e riunisce 52 tra soci pubblici e privati. 

Un Po di Gusto- Quinta Rassegna Gastronomica del Po 

E’ un evento organizzato dalla Strada del Po e dei Sapori della Bassa Piacentina in collaborazione con l’Assessorato al Turismo della Provincia di Piacenza che vede la collaborazione di tutti i Soci che fanno parte dell’Associazione operante sul territorio da oltre 5 anni. Nella Rassegna verranno proposti piatti dedicati ai sapori e alla cucina della Bassa Piacentina, creati unicamente con prodotti provenienti dalle Aziende del territorio.

Un Po di Gusto rappresenta dunque una importante vetrina per la Strada del Po e dei Sapori della Bassa Piacentina, percorso creato allo scopo di promuovere un territorio caratterizzato da paesaggi unici, da una storia millenaria, da tradizioni antiche e da sapori genuini. L’obiettivo dichiarato della manifestazione è quello di celebrare il territorio a ridosso del fiume Po, a partire dalle produzioni e dai piatti tipici, come i tre salumi DOP (coppa, salame e pancetta), i formaggi della tradizione (grana padano e cacio del Po), i celebri pisarei e faso, i marubini di provenienza cremonese, gli stracotti, il pesce del Grande Fiume, la frutta antica e tantissime altre delizie per il palato.

“Con Un Po di Gusto – Quinta Rassegna Gastronomica del Po,  l’Associazione intende rafforzare l’immagine di un prodotto all’avanguardia per quanto riguarda la qualità dell’offerta e che è in grado di conquistare spazi rilevanti nell’ambito del moderno mercato turistico.

La proposta della Strada del Po e dei Sapori della Bassa Piacentina sembra fatta su misura per soddisfare la sensibilità con la quale il turista-viaggiatore odierno si accosta a realtà tradizionalmente diverse da quelle conosciute”.

L’itinerario della Strada del Po e dei Sapori della Bassa Piacentina misura nel suo complesso circa 80 chilometri, si sviluppa tra una cornice di borgate caratterizzate da un impianto urbanistico lineare e geometrico e riunisce 52 tra Soci pubblici (la Provincia di Piacenza, la Camera di Commercio di Piacenza insieme ai Comuni di Besenzone, Caorso, Castelvetro Piacentino, Cortemaggiore, Monticelli d’Ongina, San Pietro in Cerro, Villanova sull’Arda) e privati (aziende agricole, ristoranti, agriturismi, salumifici, caseifici, musei, castelli, botteghe del tipico, associazioni di categoria).

 

Un Po di Gusto – Quinta Rassegna Gastronomica del Po è un progetto curato da:

Strada del Po e dei Sapori della Bassa Piacentina – via Garibaldi 50 – Piacenza

Organizzazione e Informazioni:

CTS – TEL. 366.4445424 – info@stradadelpo.it –  piacenza@cts.it

 

La Strada del Po e dei Sapori della Bassa Piacentina a tavola

 L’ansa del Piacentino a ridosso del Grande Fiume è quasi autarchica per la quantità di produzioni alimentari che la rendono autosufficiente da un lato e luogo di delizie per tutti i palati dall’altro. In quest’area hanno vissuto per secoli, importanti comunità ebraiche che hanno lasciato tracce nella storia gastronomica della Bassa Piacentina. Senza contare le tradizioni culinarie del Grande Fiume e le condizioni climatiche ideali per produrre grandi salumi e straordinari formaggi. L’elenco dei prodotti tipici inizia con quelli a Denominazione d’Origine Protetta di cui Piacenza va fiera, per la cura e l’attenzione rigorosa ai processi produttivi: Grana Padano e Provolone Valpadana per quanto riguarda i formaggi, Coppa, Pancetta e Salame piacentino per quanto riguarda i salumi. Tra i formaggi un ruolo a parte riveste il Cacio del Po, un formaggio semicotto che viene prodotto a Borgonovo, una piccola frazione del Comune di Monticelli d’Ongina, per la cui preparazione vengono impiegati esclusivamente prodotti legati al territorio. Ma, oltre ai salumi a Denominazione di Origine Protetta, nella Bassa Piacentina ci sono altri prodotti della norcineria che proprio qui trovano il loro habitat ideale, come ad esempio il Culatello Piacentino.

Oppure il grass pist, una tipica produzione piacentina, a base di aglio e lardo, che insieme ad un trito di prezzemolo, oltre a costituire la base per diversi intingoli, viene servito su crostini di pane come antipasto. Quell’aglio bianco che qui si coltiva da secoli e che negli anni ’50 era quotato in borsa a Wall Street, oggi lo si celebra in molti piatti e con una festa interamente dedicata a lui, a Monticelli, il primo weekend di ottobre. Con l’aglio, sono molto gli ortaggi e le varietà di frutta che si coltivano in queste terre fertili: dalle antiche varietà di mele e pere, al pomodoro, a frutteti lineari e perfetti di ogni sorta di ben di Dio, fino a finire con le ciliegie di Villanova. Le ciliegie, anch’esse protagoniste di una festa a Villanova, nella prima domenica di giugno, rappresentano la bellezza di queste terre che dà il meglio di sé in primavera, tra un tripudio di ciliegi in fiore.

Ma se finora abbiamo parlato di prodotti della campagna raccolti e lavorati, ora lasciamo spazio ai piatti della cucina della Bassa Piacentina, a cominciare dagli anolini: farina, uova e acqua per la pasta; manzo aglio, burro, pane grattugiato, grana padano, uova, sale, sedano, cipolla, noce moscata, vino rosso e brodo per il ripieno; manzo, cappone o gallina grassa o carne magra di maiale per il brodo in terza. Gli anolini in brodo sono il primo piatto piacentino più classico, quello delle festività e delle occasioni. Nella Zona tra Monticelli e Castelvetro si sente la contaminazione di Cremona e lì si fanno i marubini, con ripieno di formaggio e salsiccia.

Nei secondi il pesce d’acqua dolce, quello che ancora si pesca nel Grande Fiume, si presenta in tutte le sue varianti: dall’anguilla affumicata, agli stricc’ in  carpion, ai fritti d’ambolina, pesce gatto e rane. Tutti piatti che raccontano il forte legame tra la gente e il fiume. Piatti che si trovano solo qui, per cui valgono il viaggio.

Al termine le influenze della cucina ebraica si trovano nei dolci, in particolare nella spongata e nella sbrisolona. Il finepasto, davanti all’argine maestro lo si accompagna con i liquori del posto: il nocino, il bargnolino, lo sburlon, rispettivamente fatti con noci, bacche di prugnolo selvatico e mele cotogne; oppure con la Marsala all’uovo.