Con \”Il Vaso di Pandora\” a Piacenza l\’anoressia si cura dall\’infanzia

“L’anoressia non è una malattia legata solo al campo della moda”.  Questa l’idea che si propone l’associazione “Il vaso di Pandora” che in mattinata ha presentato a Piacenza la propria attività. Alcuni dati a sostegno della tesi dell’associazione sono che nel 5-10% dei casi di insorgenza l’anoressia sia già presente nei primi 15 mesi di vita. Mentre si stima che il 25% di bambini con normale sviluppo possano comunque presentare disturbi alimentari.

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L’idea dell’associazione è nata, ha spiegato la dottoressa Gabriella Filati: “E’ nata dalla necessità, che io personalmente ho avvertito molto forte, di trasmettere alla nostra città (ai pediatri, agli insegnanti,, agli educatori, ai genitori) un messaggio culturale corretto a proposito dei DCA in età evolutiva, perché mai, se non in sede scientifica, si parla della complessità di questo disturbo in questa fascia di età, dalla necessità di riconoscere precocemente una difficoltà alimentare per potere fare profilassi dell’insorgenza di un disturbo alimentare maggiore o di altre patologie di tipo comportamentale o mentale”.

I dati della letteratura che riguardano i disturbi gravi indicano, come sopra riportato, una prevalenza del 5-10% di segnale di insorgenza già nei primi 15 mesi di vita ed in genere si stima che il 25% di bambini con normale sviluppo psicofisico normale ed il 35% di bambini con una difficoltà di sviluppo possono presentare un disturbo alimentare.

Inoltre le più recenti segnalazioni riguardano l’abbassamento di soglia di insorgenza di tutti i DCA con la comparsa sempre più frequente del disturbo in età prepubere.

Ancora altri dati della letteratura segnalano come nel contesto dell’obiettivo aumento dell’incidenza dell’obesità in età evolutiva in circa il 30% dei casi essa può rappresentare un vero e proprio disturbo del comportamento alimentare del tipo di alimentazione incontrollata.

Qual è il progetto questa associazione? Quello di sostenere in primo luogo lo studio (nata con intento fondamentalmente culturale) e di conseguenza la prevenzione e la cura dei DCA in età evolutiva ed operare una attività didattico – formativa rivolta ai pediatri, ai medici di medicina generale, agli educatori, agli insegnati, agli assistenti sociali, ai genitori.