Il Consiglio provinciale si è aperto tornando sul cosiddetto “caso Maloberti”. I consiglieri di centrosinistra hanno infatti annunciato che chiederanno, tramite i loro rappresentanti, le dimissioni di Giampaolo Maloberti come presidente della “Commissione provinciale alle attività produttive”. La loro richiesta giunge dopo che nei giorni scorsi il consigliere della Lega Nord è stato condannato in primo grado a 1 anno e 300 euro di multa per truffa ai danni dello stato (quote latte nel periodo in cui Maloberti aveva sostenuto le istanze dei Cobas del latte). Come ha anticipato il capogruppo del Pd: Marco Bergonzi: “Dal momento che è presidente di una Commissione chiediamo la richiesta di convocazione di una seduta per chiedere la sfiducia di Maloberti e poter votare un nuovo presidente”.
L’aggregazione del trasporto pubblico locale in Seta- Ma la seduta di Consiglio provinciale è stata per larga parte incentrata sull’approvazione dell’aggregazione del trasporto pubblico locale a livello regionale in Seta. Dopo la relazione dell’assessore al Bilancio Paolo Passoni, la parola è stata data al presidente del Consiglio di amministrazione di Tempi Spa, soggetto che andrà a integrarsi con i servizi di Modena e Reggio Emilia. La votazione, dopo una lunga discussioneda parte del Consiglio, si è chiusa con l’approvazione all’unanimità dei tre punti, nei quali era diviso, il progetto che porterà a Seta.
L’intervento del presidente Luca Quintavalla – In sintesi Quintavalla ha elencato la situazione odierna di Tempi ed i vantaggi che il trasporto pubblico locale avrà nella fusione in Seta.
Tempi si presenta oggi 300 lavoratori, che manterrà integralmente. Fornisce un servizio su 8 mila e 400 km (il 35% sul sistema urbano e il resto extraurbano). La scadenza del contratto di servizio dovrebbe avvenire entro fine 2011, quindi non avrebbe comunque permesso continuità negli investimenti.
Tempi viene da 7 anni di pareggio di bilancio, pur avendo chiuso, di suo, sempre in passivo. Questo grazie ai contributi, paritari, di Comune e Provincia, i quali hanno investito circa 800 mila euro per raggiungere tale risultato.
Le perdite sono derivate da alcuni fattori: in primis i bassi introiti per quanto riguarda la vendita dei biglietti. Rispetto al 32% regionale, Piacenza si attesta sul 25%. Questo per colpa della morfologia del territorio rispetto, per esempio, a Modena e Bologna dove la vendita si attesta addirittura al 40%.
Arrivando ai vantaggi che si avranno dalla fusione, Quintavalla ha ricordato: il ricambio dei mezzi di trasporto (alcuni hanno 11 anni di attività, mentre 5 oltre 20 anni) con l’arrivo di 18 nuovi mezzi, il rinnovo delle tecnologie di bordo, l’integrazione dei servizi su ferro e gomma e un taglio dei costi della politica (si passerà da 4 a 1 Consiglio di amministrazione).
Seta servirà 31 milioni di km a livello regionale, con 1100 persone impiegate e 892 mezzi a disposizione.
Il costo complessivo dell’operazione supera, invece, i 4 milioni di euro e consentirà il mantenimento del ruolo di programmazione in testa al territorio piacentino (così come per Modena e Reggio Emilia). Seta, infatti, gestirà il servizio ma la programmazione rimarrà a livello territoriale.
L’intervento del presidente della Provincia Massimo Trespidi – “Dove ci conduce questo pullman di Seta?. Ci condurrà la dove noi vogliamo che ci conduca. Su questo dovremo essere rigorosissimi”.
Così ha esordito il presidente della Provincia Massimo Trespidi, poco prima del voto che avrebbe portato all’approvazione, all’unanimità, dei tre punti che porteranno il trasporto pubblico locale piacentino ad aggregarsi a quello di Modena e Reggio Emilia sotto il marchio di Seta.
“Crediamo che questo sia un punto di partenza che può avere importanti sviluppi successivi. E’ importante che un provvedimento del genere venga assunto all’unanimità”. Ha continuato Trespidi che ha poi sottolineato: “Sono stati due i criteri che hanno portato questa amministrazione a sostenere l’aggregazione: primo perché si tratta di un atto di responsabilità: politica e amministrativa. Il secondo riguarda un atteggiamento improntato ad un cauto realismo. L’abbiamo ritenuta una strada possibile”.
Ma il presidente della Provincia non ha solo dettato le ragioni per le quali la maggioranza di via Garibaldi si è impegnata nel progetto, andando oltre ed ha annunciato: “Abbiamo ottenuto che per quanto riguarda questa nuova aggregazione, il suo centro studi abbia sede a Piacenza. Questo perché disponiamo di centri studi come il Politecnico”.
Non è mancato infine un intento “espansionistico” da parte del numero uno in Provincia, il quale si è sbilanciando pensando ad una prossima riorganizzazione anche di Tempi Agenzia: “Dopo il ruolo svolto non può che essere in capo all’amministrazione provinciale”, paventando quindi, vista la già scaduta presidenza di Paola Votto, un cambio al vertice nel quale la Provincia di Piacenza vorrà giocare un ruolo di primo piano nella scelta del sostituto.