Dopo la lunga bagarre in Consiglio provinciale, durante la quale con forza si è discusso del “caso Maloberti”, è stato lo stesso consigliere provinciale della Lega Nord, oltre a difendersi politicamente, a presentare un documento che, a suo dire, rafforzerebbe la tesi da lui sostenuta che la sentenza di primo grado a suo carico si presenta come “contraddittoria”.
Nel documento (riportato in foto) redatto dalla Commissione parlamentare di inchiesta sui fenomeni della contraffazione – firmato dall’ex vice Comandante del Comando Carabinieri politiche agricole e alimentari – alla domanda: “Com’è arrivato il comando a dire che la produzione di latte è sempre stata al di sotto della quota nazionale?” si legge: “Analizzando in maniera organica i dati messi a disposizione da Agea e dall’Izs di Teramo, contenuti rispettivamente nel sistema informativo agricolo nazionale e nella banca dati nazionale. Analisi che ha portato ad evidenziare non trascurabili incongruenze (età anagrafica dei capi bovini in lattazine e livelli produttivi degli stessi animali).
Questa la giustificazione allo sforamento delle quote latte da parte di Giampaolo Maloberti, il quale ha letto la nota in aula durante la seduta di Consiglio.
E ha poi aggiunto la seconda parte che confermerebbe, se non la completa estraneità al reato (per il quale è stato condannato a 1 anno e 300 euro di multa, insieme ad altri 15 allevatori, per un ammontare di 100 milioni di euro di truffa ai danni dello stato) almeno l’attenuarsi della sua posizione processuale.
Così continua la nota, alla domanda: “C’è stato chi ha messo in discussione l’attendibilità della relazione perché non firmata, che dice in proposito?”. Questa la risposta: “La relazione di approfondimento è stata elaborata e redatta su carta intestata dal Comando carabinieri politiche agricole e alimentari e trasmessa al ministro pro tempore per le Politiche agricole, alimentari e forestali”.