“Il rapporto tra politica e magistratura non dovrebbe essere difficile”. Nell’affermare un’ovvietà il presidente nazionale dell’Anm (Associazione nazionale magistrati) fa però capire l’anomalia tutta italiana in atto. Luca Palamara, intervenuto in un appuntamento ad hoc del Festival Del Diritto, si è soffermato più volte sullo scontro in atto che, a suo dire, deriverebbe da una mancanza di volontà della classe politica di farsi giudicare, come recita la legge, in modo uguale agli altri.
Ma il tema per il quale Luca Palamara era oggi a Piacenza è, come per gli altri relatori: “Umanità e Tecnica”. Così, quasi naturalmente, il dibattito si è incentrato sulle intercettazioni (tecnica) che vengono utilizzate oggi dalla magistratura per controllare i possibili autori di reati (umanità), non senza polemiche. Secondo il numero uno dell’Anm, però, non va strumentalizzata la giustizia ed il modo in cui si cerca di colpire i colpevoli : “Con le intercettazioni si va indubbiamente a intromettersi nella vita personale delle persone. Un punto deve essere chiaro: quello delle intercettazioni prima di tutto è uno strumento indispensabile per scoprire chi commette reati e garantire alla giustizia i criminali. Dall’altro è un argomento che non vorrei apparissimo come marziani per quello che sta avvenendo nel nostro paese. Penso sia importante concentrarsi sulle cose importanti nel mondo della giustizia, sulle priorità. Anziché prendere spunto da vicende giudiziarie per risolvere problemi contingenti”.