Zagrebelsky al Festival del diritto: \”Attenti o la tecnica ci distruggerà\

“Non chiedetemi di Berlusconi”. Così ha esordito Gustavo Zagrebelsky, l’illustre giurista e costituzionalista chiamato oggi a dettare le linee dell’intero Festival del Diritto”. Insieme al filosofo Remo Bodei, Zagrebelsky ha voluto invece puntare l’attenzione sul tema della rassegna: “Umanità e tecnica”. Secondo il professor Gustavo Zagrebelsky oggi l’umanità è troppo schiacciata dalla tecnica, tanto che un giorno, non troppo lontano, la società umana rischierebbe di sparire proprio per mano della sua creatura.

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Dello stesso avviso anche il filosofo Remo Bodei, altro ospite del primo dibattito del Festival di ampio respiro.

Bodei, per attualizzare il suo pensiero ha reso nota la continuità che esiste tra alcuni atteggiamenti di repulsione alla “tecnica” che storicamente si ripetono: “dai luddisti agli scontri di Londra. Non è tanto alla tecnica in sé che si rivolge questa violenza distruttrice, quanto alla percezione di esseren esclusi”.

Ma gli esempi citati sono stati anche altri, forse più attinenti alla sfera più strettamente legata alla vita umana.

Dalle macchine che ci tengono in vita, ai trapianti, dalla fecondazione assistita alla biotecnologia, Romo Bodei ha evidenziato quanto l’uomo, nella sua ricerca di modificare il corso della natura, abbia sempre “troppa fretta rispetto ai processi naturali che permettono le modifiche che vorremmo”.

E’ qui che ha ripreso la parola Gustavo Zagrebelski – interpellato dal moderatore Geminello Preterossi – il quale, pur condividendo l’analisi fata da Bodei, ha cercato di compiere un ulteriore passo in avanti nella comprensione del “conflitto” in atto tra umanità e tecnica.

“In queste visioni manca sempre l’umano” ha detto il costituzionalista, che ha poi rimarcato: “L’umanità si trova schiacciata tra due forze: la teologia e la tecnologia, che invece di far crescere la consapevolezza rendono sempre più evidente la deresponsabilizzazione dell’essere umano”.

Secondo Zagrebelsky, infatti, l’uomo non ha paura della tecnologia in sé, quanto dell’uso che lui stesso ne potrà fare: “L’inquietudine è di noi stessi, temiamo noi medesimi”. In definitiva, secondo Zagrebelsky “il diritto naturale non esiste” anche perché, ha giustificato l’ardita dichiarazione: “Guardiamo a Leopardi. La natura non è certo perfezione alla quale fare affidamento, ma semmai un mondo che noi cerchiamo e siamo sempre più costretti a umanizzare per poter sopravvivere”.