Reggi premiato a Sarajevo dal ministro bosniaco per i Diritti umani

Il ministro della Bosnia-Erzegovina per i Diritti umani e i rifugiati Safet Halilovic ha premiato questa mattina a Sarajevo il sindaco Roberto Reggi, consegnando una targa per l’impegno per l’accoglienza, l’integrazione, lo sviluppo della comunità bosniaca a Piacenza e in Italia.

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«In Italia sono presenti 40mila cittadini residenti della Bosnia-Erzegovina, tra cui un gran numero di imprenditori», ha detto il ministro Halilovic, competente per la Diaspora Bosniaca nel mondo e per i rifugiati di Bosnia-Erzegovina, ricordando come il 38,9 percento della popolazione bosniaca-erzegovese risieda in realtà al di fuori dei confini nazionali, con un peso economico molto rilevante.

Il sindaco Roberto Reggi ha così illustrato la situazione dei cittadini bosniaco-erzegovesi a Piacenza e in Italia, annunciando la volontà di migliorare la cooperazione tra la nostra città e il paese balcanico.

Il primo cittadino ha ricordato come la comunità della Bosnia-Erzegovina a Piacenza conti 1700 residenti, tutti ben integrati nella nostra società. «Sono un esempio per gli altri stranieri che risiedono in questa zona, per questo l’Amministrazione comunale di Piacenza incoraggia la conservazione dell’identità dei cittadini bosniaci. Vogliamo rafforzare i rapporti tra Piacenza e la Bosnia-Erzegovina, e questa visita lo testimonia», ha affermato il sindaco Reggi, aggiungendo che anche l’ambasciatore italiano in Bosnia-Erzegovina sia attivamente coinvolto per risolvere la questione del riconoscimento in Italia delle patenti di guida del paese dell’ex Jugoslavia, e l’apertura di servizi aerei diretti tra la Bosnia e l’Italia.

Durante l’incontro tra il ministro bosniaco Halilovic e il sindaco Reggi erano presenti anche il ministro aggiunto per gli Espatriati Ruzmira Tihić-Kadrić e l’ingegnere bosniaco Medaga Hodzic, già presidente della Diaspora Bosniaca in Italia e punto di riferimento a Piacenza e nel Nord Italia dei cittadini che hanno dovuto abbandonare il proprio paese a causa di una guerra fratricida.