Un focus sul “rapporto tra nuove generazioni e tecnologia”, questo era stato il tema della serie di incontri avvenuti tra Maggio e Giugno di quest’anno nell’ambito degli stati generali dell’educazione. Ora, in occasione del festival del diritto, che tra l’altro proprio sul rapporto tra uomo e tecnologia incentra la propria attenzione, i risultati di questi dibattiti saranno messi nero su bianco. Ma ciò di cui Daniele Novara va più fiero di questo progetto è la sua interattività con la società tutta, tant’è che invita tutta la cittadinanza a comunicare integrazioni, questioni aggiuntive, precisazioni che andranno ad arricchire questo progetto in continuo divenire.
Di seguito è possibile consultare la bozza iniziale sulla quale ogni cittadino può intervenire per proporre i consigli in vista della bozza definitiva che sarà poi pubblicata.
Verso gli Stati Generali dell’educazione di Piacenza
La soglia educativa della tecnologia
1)I nativi digitali
Il mondo digitale è lo scenario quotidiano in cui tutti viviamo. Per gli adulti è prevalentemente un lavoro, per i ragazzi gioco, distrazione e divertimento. Dopo la generazione televisiva si presenta oggi la generazione dei nativi digitali, bambini che assumono il nuovo mondo tecnologico con la naturalezza con cui una volta si giocava per strada. Si tratta di una mutazione generazionale ma anche cognitiva ed emotiva che marca un confine netto anche a livello storico segnando profondamente i nuovi tempi. Si può trovare una misura educativa perché tutto questo possa dare il meglio delle sue potenzialità piuttosto che deprimere la creatività, la crescita, lo sviluppo personale.
2) Le intelligenze sensoriali a rischio
Se varie preoccupazioni si affacciano, la principale è senz’altro quella che riguarda la prima infanzia dove gli schermi tecnologico-digitali e anche televisivi rischiano di sostituire l’esperienza diretta creando una sorta di desensibilizzazione che penalizza l’apprendimento delle autonomie indispensabili. I precocismi non aiutano il rispetto delle fasi naturali di crescita che passano unicamente attraverso le intelligenze sensoriali, occorre evitare che queste risultino rattrappite dalle componenti passive delle tecnologie digitali.
3) Accompagnare a un uso consapevole
Facilitando l’uso dei nuovi strumenti la generazione adulta può pretendere di poter mettere dei limiti e di stabilire confini adeguati. Un atteggiamento di assenza, di estraneità, favorisce un utilizzo clandestino dei mezzi tecnologici e digitali. In special modo occorre colmare il gap fra genitori e figli, necessità indispensabile per creare regole educative adeguate, costruttive e non tiranniche.
4) Le attenzioni educative necessarie
Stare lontano dai pregiudizi educativi verso i mezzi tecnologici non vuol dire rinunciare alle indispensabili attenzioni. Specialmente rispetto ad alcune voci che le ricerche scientifiche hanno sistematicamente segnalato come critiche.
a. la ridondanza temporale, che genera una vera e propria dipendenza rafforzata dallacapacità pervasiva e ipnotica degli schermi stessi;
b. il surrogare gli incontri diretti, le esperienze umane basate sulla relazione tangibile con tutte le conquiste e le frustrazioni del caso;
c. l’anoressia corporea che mette in stand-by le funzioni vitali attenenti al movimento e all’uso diretto del corpo con gravi conseguenze anche sul piano di possibili malattie psichiche e fisiche.
5) Una scuola come laboratorio attivo di conoscenze
Solo attraverso una scuola che assume l’apprendimento come laboratorio creativo piuttosto che come pura ripetizione di contenuti già predisposti si annulla il conflitto fra il mondo dei libri e quello delle nuove tecnologie, creando nuovi profili di ricerca e di studio che sappiano usare tutte le risorse disponibili ai fini delle conoscenze e della crescita personale. Se non si cambia la didattica anche il computer risulterà noioso.