Lo spettro del gioco all’origine del drammatico gesto di un impiegato che, tormentato dai debiti ha tentato il suicidio sparandosi in testa con un fucile ad aria compressa. L’uomo non è morto ma è stato ricoverato all’ospedale Guglielmo da Saliceto in gravissime condizioni. Il fatto è avvenuto alle 8.30 di ieri mattina nel garage della sua abitazione. L’uomo, un impiegato di 40 anni, ha riportato un grave trauma all’occhio, e dopo il gesto, spaventato, è corso a chiedere aiuto. I debiti di gioco lo stavano strangolando e anche il datore di lavoro lo aveva aiutato con un prestito. Già altre due volte l’uomo aveva tentato il suicidio con modalità che però non avevano fatto pensare a tentativi di farla finita: in un’occasione era uscito di strada con l’auto andando a sbattere contro una colonnina del gas a Mucinasso, mentre un paio di giorni aveva cercato di colpirsi con lo stesso fucile ed era rimasto ferito in modo lieve alla fronte.
Un problema in continuo aumento.
Antonio Mosti, direttore del Sert di Piacenza, spiega di aver addirittura arruolato personale specializzato in questa patologia, mettendo a disposizione un’intera sezione a Cortemaggiore. Il problema, continua Mosti, è che la società di oggi e le istituzioni in un certo senso incrementano questo tipo di dipendenza.