Si è celebrata oggi la commemorazione della tragedia alla Besurica. Si tratta del quinto anniversario dell’incidente aereo, che nel 2006 provocò la morte dei tre membri dell’equipaggio del Cargo C130, schiantatosi ai margini della città. l’Amministrazione comunale renderà omaggio alla memoria delle vittime.
Alle 9.45 il vicesindaco Francesco Cacciatore ha ricevuto in Municipio i familiari del copilota Mohamed Taieb Bederina, mentre alle 10.30 in via Marzioli ha avuto luogo la cerimonia commemorativa, alla quale sono intervenuti, per un momento di preghiera condivisa, il parroco della Besurica don Franco Capelli e l’imam Mohamed Shemis. Alle 18, una messa a suffragio sarà officiata presso la stessa chiesa parrocchiale di San Vittore.
IL DISCORSO DEL VICESINDACO:
Nel quinto anniversario dell’incidente che il 13 agosto 2006 ha tragicamente interrotto, a Piacenza, il volo del cargo C130 dell’Air Algerie, con sincera commozione rendiamo onore alla memoria di coloro che persero la vita in quel terribile schianto, a poca distanza dal luogo in cui ci troviamo ora. I nomi dei membri dell’equipaggio sono ormai familiari a tutti i piacentini, che in un abbraccio carico di affetto accolgono oggi la moglie e i figli del co-pilota Mohamed Taieb Bederina, stringendosi idealmente anche ai cari del comandante Abdou Mohamed e del tecnico di bordo Mustafa Kadid. Un appuntamento, questo, che ravviva la memoria di chi ha perso la vita e aiuta coloro che sono qui oggi a rendere questo dolore meno sordo e più sentito.
Il tempo non cancella il ricordo vivido e dolente di quella sera d’estate, né le convulse sensazioni di paura, incredulità e angoscia che travolsero la città in pochi istanti, mentre il rombo dell’aereo diventava sempre più forte e vicino, sfiorando i tetti, facendo tremare le pareti delle nostre case. E poi, improvvisa e sconvolgente, la scoperta che quel rumore fragoroso, quel boato così prepotente recava in sé un annuncio drammatico, purtroppo irreversibile: la morte di tre uomini che qui hanno terminato il proprio viaggio.
Sono diversi oggi i sentimenti che affiorano.
C’é la consapevolezza, intrisa di amaro sollievo, nel ripensare a ciò che quell’impatto così violento avrebbe potuto comportare per tanti piacentini, e che oggi ripercorriamo invece, pur nel dolore sincero per le vittime, come una catastrofe solo sfiorata.
C’é la riconoscenza per l’impegno infaticabile e la professionalità con cui le forze dell’ordine, i volontari e gli operatori delle associazioni di primo soccorso e della Protezione Civile hanno garantito la sicurezza del nostro territorio, lavorando senza sosta nella speranza – rivelatasi purtroppo vana – di trarre in salvo coloro che erano stati coinvolti in quel drammatico incidente.
C’é la solidarietà, infine, nei confronti delle persone che non hanno più avuto la possibilità di riabbracciare i loro cari, e che insieme a noi cercano, nella memoria, il conforto della vicinanza.
Non conoscevamo il co-pilota Mohamed Taieb Bederina, né il comandante Abdou Mohamed o il tecnico di bordo Mustafa Kadid, ma di loro sappiamo che erano padri e mariti che amavano la propria famiglia e il loro Paese, aviatori esperti e competenti, lavoratori che come tanti, troppi altri, un giorno non sono tornati a casa. Anche per loro, forse, Piacenza era solo un nome sulla mappa geografica, un puntino sul satellite. Ma è qui che il loro viaggio è terminato, è qui che in questi cinque anni abbiamo deposto omaggi floreali, rispettato un silenzio raccolto e più eloquente di tante parole, stretto le mani di donne e bambini che abbiamo incontrato nella più triste delle circostanze, ascoltato preghiere che trascendono ogni differenza di credo religioso.
Purtroppo non possiamo riavvolgere il filo del passato e cancellare il dramma di cui la nostra città è stata involontario teatro, impotente spettatrice; il nostro impegno, però, è quello di rendere omaggio ai componenti dell’equipaggio del cargo C130, anch’essi simbolo, nel loro destino, dei tanti caduti sul lavoro che ogni giorno, purtroppo, continuiamo a piangere. Come dicevamo poc’anzi, coltiviamo il valore del ricordo, affinché i loro cari possano sentirsi un po’ meno soli nell’affrontare un dolore che non si affievolisce. Ed è con questa consapevolezza, che chiedo a tutti i presenti di osservare un minuto di raccoglimento, consegnando, a un silenzio carico di significati, l’espressione dei nostri sentimenti.