Ticket rimodulati in base al reddito in Emilia-Romagna, dove si è deciso di non toccare chi è già esente: per età, reddito, disoccupazione, invalidità, patologie croniche. E’ quanto ha stabilito la Regione con una delibera approvata oggi dalla giunta. La manovra sul ticket porterà un introito stimato superiore ai 70 milioni di euro l’anno.
“I ticket imposti oggi dal governo furono già sperimentati nel 2007 per sei mesi e tolti perché le Regioni dimostrarono che avevano un effetto boomerang sul Servizio sanitario nazionale, dirottando il 30% delle prestazioni sul privato. Con un doppio danno, quindi: ai cittadini e al Servizio sanitario nazionale”. Queste le parole del presidente della Regione Emilia-Romagna Vasco Errani durante la conferenza stampa insieme al presidente della Regione Toscana Enrico Rossi e agli assessori alla sanità dell’Emilia-Romagna (Carlo Lusenti), dell’Umbria (Franco Tomassoni) e della Toscana (Daniela Scaramuccia).
“Il governo – ha proseguito Errani – , prescindendo dagli effetti negativi, ha cancellato una parte di risorse che doveva riconoscere alle Regioni. E ha introdotto una norma che le obbliga a imporre i ticket. Noi – Regioni Emilia-Romagna, Toscana e Umbria – ci assumiamo la nostra responsabilità, varando una manovra che, pur essendo costrette ad applicare, ha un segno diverso e tutela chi è più debole: perché per noi, chi deve pagare di più è chi ha di più, e non chi è più malato”.
“Ci sono momenti – ha concluso Errani – nei quali a chi governa è richiesto coraggio. Questo è uno di quei momenti. Ed è, dunque, con estrema amarezza che prendiamo atto che questo governo non ha saputo trovare il coraggio necessario per risolvere una situazione complessiva così grave”.
“Abbiamo modulato i ticket in base al reddito – ha spiegato il presidente della Regione Toscana Rossi – . Non vogliamo seguire le indicazioni del governo, di mettere un ticket di 10 euro per tutto, e per tutti indistintamente. E’ facile andare a chiedere a tutti nello stesso modo. Così ci rimette il più debole. Noi procediamo a fare questa operazione perché ci è imposta dal governo, né possiamo dire che questi soldi ce li mettiamo noi. E’ il governo che ci impone di mettere i ticket, dopo aver negato di finanziarli e aver respinto la nostra proposta di tassare il tabacco”.
Le misure sui ticket varate oggi dalla giunta della Regione Emilia-Romagna verranno applicate una volta completate una serie di adempimenti, tra cui l’adeguamento dei software per le prenotazioni, la predisposizione della modulistica per l’autocertificazione, la formazione degli operatori.
La farmaceutica
Per la prima volta in Emilia-Romagna per i farmaci di fascia A, erogati a carico del Servizio Sanitario Regionale, viene introdotto un ticket in base al reddito familiare lordo, che i cittadini dovranno dimostrare presentando un’autocertificazione. Sarà di 1 euro a confezione a carico di assistiti appartenenti a nuclei familiari con reddito complessivo tra i 36.000 e 70.000 euro, fino a un massimo di 2 euro per ricetta. Nel caso in cui il reddito sia compreso tra i 70.001 e 100.000 euro, il ticket ammonterà a 2 euro per prescrizione a carico dell’assistito, fino a un massimo di 4 euro per ricetta. Infine, per assistiti appartenenti a nuclei con reddito complessivo superiore a 100.000 euro, il ticket sarà di 3 euro per prescrizione, fino a un massimo di 6 euro per ricetta.
Il ticket è previsto anche per i farmaci equivalenti e per quelli non coperti da brevetto. Nel caso in cui il cittadino non accetti la sostituzione proposta dal farmacista – oppure il medico abbia espresso la non sostituibilità – la differenza fra il prezzo di riferimento e il prezzo del farmaco prescritto dal medico è aggiuntiva rispetto al ticket.
Le esenzioni
Non pagano il ticket sulla farmaceutica gli esenti per età e reddito; gli assistiti con patologia cronica e invalidante e i pazienti affetti da malattie rare; gli invalidi di guerra titolari di pensione vitalizia, gli invalidi per servizio, gli invalidi civili al 100% e i grandi invalidi per lavoro; coloro che hanno subito danni in seguito a vaccinazione obbligatoria, trasfusioni, somministrazione di emoderivati, limitatamente alle prestazioni necessarie per la cura delle patologie previste dalla legge 210/1992; le vittime del terrorismo e della criminalità organizzata e familiari; i ciechi e i sordomuti; gli ex deportati da campi di sterminio titolari di pensione vitalizia; gli infortunati sul lavoro per il periodo dell’infortunio e per le patologie direttamente connesse purché indicato sulla ricetta; i disoccupati iscritti agli elenchi anagrafici dei Centri per l’impiego e i familiari a carico, i lavoratori in mobilità e i familiari a carico; i lavoratori in cassa integrazione straordinaria e i familiari a carico; i lavoratori in cassa integrazione “in deroga”.
Specialistica
Aumenta di 5 euro la quota di compartecipazione del cittadino per le visite specialistiche: per la prima visita sarà di 23 euro, per quella di controllo di 18 euro: chi era già esente, lo rimane. Viene introdotto un ticket di 46,15 euro per le prestazioni di chirurgia ambulatoriale della cataratta e della sindrome del tunnel carpale. Per quanto riguarda la risonanza magnetica e la TAC la compartecipazione del cittadino viene rimodulata sulla base della fascia di reddito del nucleo familiare: se inferiore a 36.000 euro, il ticket rimane invariato e quindi ammonterà a 36,15 euro; se compreso tra 36.001 e 100.000 euro, il ticket sarà di 50 euro (anziché 36,15); in caso di reddito superiore a 100.000 euro, il ticket ammonterà a 70 euro (anziché 36,15).
Viene introdotta una quota fissa sulla ricetta con prestazioni che da sole o nel loro insieme hanno un valore tariffario superiore a 10 euro. La quota è rimodulata in base al reddito familiare: se compreso tra i 36.000 e i 70.000 euro, la quota è di 5 euro; da 70.001 a 100.000 euro, la quota ammonta a 10 euro; infine, se il reddito è superiore a 100.000 euro, la quota è di 15 euro.
Restano valide le attuali esenzioni da ticket: non pagano dunque gli esenti per età e reddito; le donne in gravidanza; gli assistiti affetti da patologia cronica e invalidante e i pazienti affetti da malattie rare; gli invalidi di guerra titolari di pensione vitalizia, gli invalidi per servizio, gli invalidi civili al 100% e i grandi invalidi per lavoro; coloro che hanno subito danni in seguito a vaccinazione obbligatoria, trasfusioni, somministrazione di emoderivati, limitatamente alle prestazioni necessarie per la cura delle patologie previste dalla legge 210/1992; le vittime del terrorismo e della criminalità organizzata e familiari; i ciechi e i sordomuti; gli ex deportati da campi di sterminio titolari di pensione vitalizia; gli infortunati sul lavoro per il periodo dell’infortunio e per le patologie direttamente connesse purché indicato sulla ricetta; i disoccupati iscritti agli elenchi anagrafici dei Centri per l’impiego e i familiari a carico; i lavoratori in mobilità e i familiari a carico; i lavoratori in cassa integrazione straordinaria e i familiari a carico; i lavoratori in cassa integrazione “in deroga”; i detenuti e gli internati; i cittadini sottoposti a terapie del dolore; i donatori; le persone che devono sottoporsi a visita specialistica per idoneità sportiva, adozione, affidamento; i naviganti; le persone inserite nel programma odontoiatria (vulnerabilità sociale); le persone che necessitano di diagnosi precoce, prevenzione e profilassi. /CV