Iscritto nel registro degli indagati per l’autentificazione di tre firme false in occasione delle elezioni regionali 2010, il consigliere comunale Edo Piazza di Piacenza per Reggi. Convocato in Procura per ricevere l’avviso di garanzia, Piazza è accusato, all’epoca dei fatti in qualità di pubblico ufficiale, di aver certificato l’autenticità delle sottoscrizioni raccolte dal Movimento 5 Stelle, di tre persone che affermano di non aver mai firmato il modulo. L’inchiesta partì dall’esposto presentato proprio dai grillini, che lo scorso anno presentarono un esposto al Tribunale di Piacenza chiedendo più controlli da parte della commissione elettorale.
Diverse le irregolarità emerse, in particolare la sottoscrizione a due formazioni politiche, vietata dalla legge. 26 elettori vennero convocati in tribunale e tre di loro affermarono di non aver mai firmato il modulo del Movimento 5 Stelle. Il consigliere Piazza difeso dall’avvocato Giovanna Fanelli dichiara di aver agito in buona fede, ma di aver forse peccato di poca attenzione.
IL COMUNICATO DEL COMUNE DI PIACENZA:
In merito all’indagine che vede coinvolto Edoardo Piazza per le presunte irregolarità riscontrate su alcune firme legate alle liste elettorali del Movimento 5 Stelle, da lui autenticate, il sindaco Roberto Reggi esprime ufficialmente, anche a nome dell’Amministrazione comunale, la propria solidarietà al consigliere.
“Sull’assoluta buona fede, rispetto delle normative e correttezza di Edo Piazza – precisa il primo cittadino – non vi è alcun dubbio. Gli sono vicino in questo momento che immagino per lui particolarmente difficile, con l’auspicio che la situazione possa chiarirsi in tempi brevi, mettendo in luce che da parte sua non vi sono responsabilità se non quella di aver confidato nell’onestà e nella trasparenza altrui. Un atteggiamento ancor più comprensibile, peraltro, se ci si confronta con chi, come i grillini, ha sempre fatto della moralità la propria bandiera: questa vicenda – conclude Reggi – deve far riflettere tutti sul fatto che l’impegno politico non è sinonimo di proclami demagogici o populisti, ma comporta in primo luogo l’adesione personale a un’etica che richiede l’osservanza delle regole”.