Incontro alla RDB di Borgonovo: \”Terrecotte settore più in crisi\”

In Italia ci sono sette aziende che producono terrecotte e per coprire il fabbisogno nazionale in questo periodo ne basterebbero tre. Questo dato inquadra in pieno la situazione critica dello stabilimento RDB di Borgonovo che si trova ad essere attivo nel ramo più critico. A causa di questo crollo del mercato i lavoratori sono stati costretti a ricorrere ai turni di lavoro per abbassare la produzione con gravi effetti sulle buste paga. Dal primo Gennaio infatti i dipendenti sono in cassa integrazione. La data critica ora è il 14 Agosto, data del pagamento mensile, giorno in cui la situazione potrebbe complicarsi ulteriormente se il pagamento non dovesse essere effettuato. Ascoltando i lavoratori trapelano due concetti in particolare: da una parte la carente fiducia nei confronti dell’Amministratore Delegato Renzo Arletti, accusato di poca chiarezza e di aver sempre lasciato all’ultimo posto il settore delle terrecotte. Dall’altra incontri come quello che si è svolto oggi non accontentano più i dipendenti che cominciano a pretendere fatti precisi e concreti. D’altra parte la cassa integrazione da 800 euro, da Gennaio 2011 alla fine dell’anno rende proibitiva la vita soprattutto per coloro che hanno famiglia.

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Il Sindaco di Borgonovo Roberto Barbieri ricorda con grande amarezza gli investimenti che anche il Comune stesso fece in segno di scommessa su RDB, investimenti che alla realtà dei fatti non si sono dimostrati sufficienti. Andrea Paparo, Assessore provinciale al lavoro, spiega ai dipendenti di non avere novità e si pone nei loro confronti in assetto da ascolto per ascoltare i loro dubbi e chiarire le questioni lasciate in sospeso o non chiarite. Sottolinea che ogni stabilimento e quindi ogni attività produttiva fa storia a sé e che la terracotta rappresenta la produzione più martoriata dal mercato in questo momento. Presenti anche i sindacati tra cui Mara Cenicola di Fillea CGIL dell’RSU di Borgonovo e lavoratrice allo stabilimento. Chiaramente la Cenicola si concentra sulla sede in cui lavora. I dubbi nascono dalla poca chiarezza di cui si adombrano le proposte che vengono fatte ai lavoratori in questo periodo. In particolare si parla di corsi di formazione che però, spiega la sindacalista, non danno le garanzie necessarie per una risoluzione a lungo termine. I corsi di formazione che vengono proposti ai dipendenti suonano come un surrogato che però in concreto non darà possibilità reali ai lavoratori. Servono soluzioni più dirette, ancor prima che per risolvere il problema RDB, per salvare i lavoratori più anziani che, in caso di chiusura, non saprebbero dove andare nonostante i corsi che vengono loro proposti.