“Non abbiamo nessuna paura del pluralismo sindacale”. Così Paolo Lanna, segretario della Cgil piacentina, interpellato sulla possibile nascita a Piacenza di una delegazione fissa dei Si. Cobas (che fino ad ora era assente), in particolare dopo che centinaia di lavoratori della Tnt hanno deciso di affidarsi al sindacato intercategoriale per la vertenza sul loro contratto.
Il gemellaggio nel lodigiano – Una vicenda, quella dei facchini dell’azienda di trasporto di strada dei Dossarelli che, volente o nolente, sta cambiando il modo di “fare sindacalismo” e non solo nel nostro territorio. E’ di questa notte la notizia che una delegazione dei facchini stranieri della Tnt, dopo aver sostenuto il “picchetto” all’azienda A.F. Logistics di Massalengo è riuscita ad ottenere per i cugini lodigiani la stipula di un accordo dopo sole due ore di presidio.
Cgil, Cisl e Uil – La paura che l’esempio della lotta, che stanno portando avanti da due settimane i lavoratori “piacentini” si possa espandere è molta – e non solo da parte delle cooperative che hanno in appalto, all’interno di numerosi stabilimenti del territorio, il lavoro di questi operai. In particolare le sigle sindacali “nobili”, come Cgil, Cisl e Uil, negli ultimi giorni sono infatti sembrate in difficoltà nel gestire la fiammata di protesta che chiede, in sostanza, il rispetto del contratto nazionale. Le smentite sono categoriche: “Tutto questo sviluppo di Cobas non lo vedo. Loro hanno raccolto una protesta ma noi ci siamo tutti i giorni. Lo testimoniano le denunce che sono negli atti scritti. E’ un lavoro complicato perché bisogna tutelare i lavoratori, dargli degli spazi di iniziativa ma anche proteggerli. Comunque siamo per il pluralismo sindacale” ha precisato oggi Paolo Lanna, anche se il tono, quando si parla della questione, cambia decisamente. Così come sono state fissate nelle fotografie, all’uscita dalle assemblee della Tnt, i volti tirati di Marina Molinari segretario Cisl e Gianluca Zilocchi della Cgil.
Si. Cobas – Dal canto loro i Cobas si godono il momento, che li vede in ascesa, soprattutto nel gradimento della categoria di lavoratori che si trovano ad operare nelle condizioni dei facchini della Tnt (e devono essere molto più di qualche centinaio, se nei giorni scorsi anche quelli della Movimoda e della Ceva hanno fatto registrare gli stessi malumori, che potrebbero sfociare a breve in scioperi e manifestazioni). Per quanto riguarda l’apertura di un riferimento fisso a Piacenza, Fabio Zerbini di Si Cobas è sembrato alquanto possibilista: “Diciamo che abbiamo aperto un lavoro e abbiamo preso contatto con varie cooperative. Decideremo nei prossimi giorni come organizzarci, ma è innegabile che la mole di lavoro è aumentata notevolmente”. Sui rapporti e le reazioni con i sindacati storici, sempre Zerbini ha fatto sapere, con un pizzico di sarcasmo: “C’è un settore di Cgil che sta collaborando, forse perché non può farne a meno. L’atteggiamento era molto fraterno, ma forse non sono così contenti. Stanno facendo buon viso a cattivo gioco. Ed ha lasciato alludere: “Vediamo cosa succede, perché a Piacenza non c’è solo la Tnt dove si manifestano condizioni del genere. Ci sarà molto lavoro da fare”.
L’uscita di Rifondazione comunista dalla Camera del lavoro – Altro aspetto che potrebbe preoccupare la Cgil di Piacenza è quello riguardante l’uscita di Rifondazione comunista dalla Camera del lavoro, per abbracciare le cause difese dai Cobas. Sono solo voci che si rincorrono per ora, anche se state smentite categoricamente da Roberto Montanari: “E’ una notizia priva di fondamento. Non abbiamo nessuna intenzione di abbandonare alcun sindacato di abbandonare i sindacati che stanno lottando per produrre un’efficace opposizione al Governo delle destre, ma soprattutto per opporsi alle forme di schiavismo che il nuovo mercato del lavoro ha prodotto”. In particolare sulla vicenda della Tnt Montanari ha lanciato una frecciatina a Massimiliano Borotti segretario provinciale Uil, il quale nei giorni scorsi si era espresso cautamente sulla condanna delle cooperative operanti nel territorio: “Mi pare di capire, dalle dichiarazioni del segretario confederale della Uil, che trovi molto più normale atteggiamenti che sono stati avanzati e praticati dalla GescoNord che non la protesta legittima dei lavoratori”, così ha concluso un piccato Roberto Montanari.