Si è concluso positivamente l’intervento di emergenza di Africa Mission – Cooperazione e Sviluppo a favore di 245 ex bambini di strada in Uganda. Un paio di settimane fa, infatti, la Ong piacentina aveva accolto nel Centro Giovani “Don Vittorio” di Moroto questi bambini ugandesi “raccolti” dalla polizia nelle strade di Kampala, dove i piccoli erano finiti a mendicare per sfuggire a una vita di stenti e alla povertà diffusa nella regione del Karamoja. Grazie all’impegno di tutto lo staff e dei volontari dell’organizzazione, con la collaborazione di altre realtà che operano in Uganda, ora tutti i bambini, dopo essere stati accolti, nutriti e curati, sono stati aiutati a ritrovare le loro famiglie e reinseriti nelle comunità di origine.
All’intervento di emergenza ha partecipato anche la scout di Castel San Giovanni, Anna Molinari, in questi giorni in Uganda con Africa Mission – Cooperazione e Sviluppo. La 25enne capo scout, studentessa all’Università di Bergamo, è partita infatti per l’Uganda a fine giugno e rimarrà a Moroto un paio di mesi per raccogliere dati per la sua tesi di laurea sul tema del rapporto tra educazione e povertà. Imbattutasi nella situazione di emergenza il giorno stesso del suo arrivo a Moroto, la giovane piacentina ha collaborato a stretto contatto con lo staff di Africa Mission – Cooperazione e Sviluppo, dando il suo supporto soprattutto nelle attività di animazione in cui sono stati coinvolti i 245 piccoli accolti nel Centro Giovani.
“Quando sono partita dall’Italia – dice Anna, raggiunta telefonicamente in Uganda –, mi aspettavo certamente di incontrare molta povertà, ma l’impatto con la situazione di questi bambini è stato comunque molto forte. Mi hanno colpito le condizioni in cui si trovavano i bambini quando sono scesi dal pullman che li ha portati al Centro, stanchi e affamati dopo un viaggio difficile. Allo stesso tempo, tuttavia, sono stata colpita positivamente da come la situazione di emergenza è stata affrontata e superata da Africa Mission – Cooperazione e Sviluppo. E soprattutto sono rimasta sorpresa di vedere questi bambini così sorridenti nonostante le condizioni di povertà estrema in cui vivono”.
I bambini ospitati nei giorni scorsi a Moroto erano stati sottratti dalla polizia dalle strade della capitale Kampala per essere riportati nella loro terra di origine, il Karamoja, dove però le autorità locali del distretto di Napak non erano state in grado di organizzare un centro per l’accoglienza. Per far fronte all’emergenza, quindi, le autorità avevano chiesto ad Africa Mission – Cooperazione e Sviluppo di intervenire.
La Ong piacentina, grazie a un progetto di protezione dell’infanzia vulnerabile in corso da anni, ha immediatamente risposto alla situazione di emergenza provvedendo a offrire a questi bambini una prima accoglienza e cure mediche di base. Il distretto ha fornito cibo, legna e cuoche, mentre la polizia si è impegnata a garantire la sicurezza. I piccoli sono stati quindi tutti visitati da medici dell’ospedale di Matany e a ognuno di loro è stata assicurata un’assistenza psico-sociale. Dopo la registrazione, i bambini sono quindi stati riaccompagnati uno ad uno nelle loro famiglie di origine.
“Nei giorni in cui sono stati ospitati al Centro Giovani – dice Anna Molinari – ho avuto l’impressione che questi bambini si sentissero davvero accolti. In tempi record lo staff di Africa Mission – Cooperazione e Sviluppo ha allestito servizi igienici aggiuntivi per poter ospitare nel migliore modo possibile così tante persone. Con prontezza sono stati risolti i piccoli problemi logistici che si presentavano ogni giorno e alla fine tutti i bambini sono stati aiutati a ritrovare le loro famiglie e a tornare a casa. Mentre erano qui, i piccoli hanno potuto fare anche diverse attività, come giochi e balli. E per me è stato bello soprattutto vedere come questi piccoli, nonostante la vita difficile che conducono, sono rimasti comunque bambini”.
Il fenomeno dei bambini di strada in Uganda è molto diffuso. “L’intervento umanitario che abbiamo portato a termine a Moroto – dice il direttore della Ong piacentina, Carlo Ruspantini, rientrato martedì dal Paese africano – è stato finalizzato a garantire un’accoglienza e un’assistenza degne a questi bambini riportati con la forza in Karamoja. Certamente non abbiamo risolto la problematica, ma abbiamo contribuito ad alleviare le sofferenze di queste persone che senza il nostro intervento non avrebbero ricevuto alcuna assistenza. Come Africa Mission – Cooperazione e Sviluppo portiamo avanti infatti anche un progetto di lungo periodo di protezione dell’infanzia vulnerabile del Karamoja, che mira a intervenire, al di là delle situazioni di emergenza, anche su alcune delle cause che determinano la fuga di queste persone nelle grandi città alla ricerca di una vita migliore”.