“La società committente, titolare di autorizzazione di servizi postali è tenuta ad osservare specifici obblighi di legge. In tali obblighi è contemplato il divieto di impiego di personale che non risulti in possesso di determinati requisiti. In questo caso il certificato dei carichi pendenti”. E’ questo in sintesi il testo del documento, fatto girare dalle Cooperativa Stella e Vega tra i lavoratori stranieri della Tnt di Piacenza, ieri sera, poco prima dell’inizio dell’Assemblea con i Cobas, in vista del tavolo di confronto al quale oggi parteciperà anche il sottosegretario Bartolomeo Giachino. Una beffa per i lavoratori che da oltre una settimana hanno montato il presidio davanti ai cancelli in strada dei Dossarelli, per chiedere il rispetto del contratto nazionale. Non tanto perché sia sbagliata nella sostanza la richiesta dei carichi pendenti dei dipendenti, ma la richiesta, in alcuni casi, arriva anche con 11 anni di ritardo (questo il periodo di dipendenza di molti facchini alla Tnt). Sono in molti, infatti, ad essere rimasti spiazzati ieri sera, visto che questo tipo di richieste, solitamente, dovrebbero essere effettuate durante l’assunzione. Per questo durante le due assemblee (la prima con coloro che dall’inizio hanno protestato e la seconda con i lavoratori che non erano ancora stati informati) Aldo Milano dei Cobas ha cercato di incitare i facchini a rimanere uniti, perché “c’è il rischio che con il passare del tempo le cooperative riescano a dividerci con questo tipo di sotterfugi. Prima la richiesta dei carichi pendenti, poi del permesso di soggiorno o di rendere noto un domicilio. Tutte richieste lecite, ma non da all’interno di un’azienda in cui l’illegalità è stata denunciata proprio dai lavoratori”.
Ma ora tutto è pronto per il tanto atteso confronto tra i sindacati, i portavoce dei lavoratori stranieri ed il sottosegretario Bartolomeo Giachino, previsto per le 9.30 in Prefettura a Piacenza. Ascoltiamo da Aldo Milano dei Cobas cosa si aspetta da questo incontro.