“Ci sono delle illegalità che vanno punite”, non ritiene comprensibile Mario Spezia, consigliere Camera di Commercio, la scelta di temporeggiare presa al termine dell’incontro di lunedì in Prefettura sul caso delle irregolarità nelle buste paga dei facchini assunti alla Tnt di via Dossarelli. L’ex presidente di Confcooperative, in rappresentanza ora del settore dei servizi, ha quindi presentato ieri un esposto alla Procura della Repubblica, per sollecitare un’indagine sulla vicenda.
“Il problema non è trovare un accordo” commenta Spezia “Ci sono dei lavoratori assunti e pagati in maniera non regolamentare, c’entra relativamente l’applicazione di un contratto. Attendere l’incontro con il sottosegretario ai trasporti Bartolomeo Giachino? Di certo non sarà lui a mettere in atto un’indagine. Ci sono delle regole che vanno applicate, e degli organi preposti al controllo che devono fare il loro lavoro”.
Allargando il caso a livello nazionale, Spezia fa poi riferimento alle situazioni gravissime portate alla luce nell’ultimo periodo in altri territori. Dal commissariamento lo scorso aprile di cinque filiali Tnt a Milano, per la verifica di eventuali infiltrazione della ‘ndragheta (accertata invece la presenza del capo della ‘ndragheta “del Nord” Davide Flachi, figlio di Pepè, nella sede di San Mauro torinese), all’attività di controllo da parte della Procura di Bergamo riguardo le pessime condizioni di lavoro segnalate dai facchini dell’aeroporto di Orio al Serio, assunti dalle coop associate a Gesconet, che dal gennaio 2011 lavora alla Tnt con il nome di Gesco Nord.
IL COMUNICATO DI MARIO SPEZIA
Con riguardo alla vicenda dei lavoratori delle cooperative appaltanti i servizi della TNT di Piacenza, dalla lettura dei giornali, sembra non esservi, per ciò che riguarda le illegalità denunciate da più parti (pubblicamente e clamorosamente fin dal 2007) nessun tipo di indagine in corso ne da parte degli specifici organismi di controllo (INPS, INAIL) nè della stessa Procura della Repubblica.
Sono a chiedere, anche nella mia qualità di Consigliere della Camera di Commercio in rappresentanza del settore servizi, se non si ritenga vi siano i presupposti per un’indagine da parte dell’autorità giudiziaria dei fatti sovraesposti. Ciò al fine di verificare l’esistenza di irregolarità e di fattispecie di reato e così punire e colpire gli eventuali responsabili anche nell’interesse dell’integrità del nostro territorio e del suo sistema imprenditoriale così fortemente danneggiato sia nell’immagine che nella sostanza da tali comportamenti di sleale concorrenza.
(si allegano all’uopo alcuni, esaurienti, articoli)
Piacenza 19 luglio 2011