Confagricoltura: una proposta regionale per salvare la suinicultura

Sulla crisi del settore suinicolo Confagricoltura non arretra, dopo aver convocato gli Stati Generali del settore e chiesto lo stato di crisi ha predisposto, a livello regionale, un proprio documento a supporto del piano di settore per la suinicoltura. Giovanna Parmigiani, Presidente della Sezione Carni bovine e suine di Confagricoltura Piacenza, ha più volte ribadito la necessità di questo piano e d’interventi urgenti, ora invita tutti gli allevatori a farsi parte attiva. “Come sindacato – spiega Parmigiani – stiamo facendo tutto il possibile a tutti i livelli, ma i messaggi che ci arrivano dalla trasformazione non sono certo d’apertura al dialogo. La scorsa settimana la rappresentanza dei macellatori ha disertato, per la seconda volta in poco tempo, una CUN di Mantova per la determinazione del prezzo delle carni suine. A livello territoriale stiamo organizzando incontri serrati per raccogliere le istanze dei suinicoltori. Da allevatore, faccio un appello a reagire. Stiamo raccogliendo le adesioni per concretizzare il progetto interregionale, fortemente sostenuto da Confagricoltura Emilia-Romagna, della costituzione di un Organismo Interprofessionale. E’ necessario, per poter creare rapporti di filiera più sereni e costruttivi, per meglio tutelare le produzioni locali, l’aggregazione e l’organizzazione dell’offerta. Gli interessati possono rivolgersi al proprio Ufficio di Zona o al nostro Ufficio Relazioni Esterne per sottoscrivere l’adesione”. Nel documento prodotto dall’Associazione degli imprenditori agricoli sono dettagliati alcuni interventi e proposte da attuare nell’immediato, inoltre, si delineano già i temi fondamentali su cui la costituenda Organizzazione Interprofessionale potrà iniziare a lavorare. Confagricoltura ritiene elemento sostanziale la revisione del decreto ministeriale 21 settembre 2005 (“decreto salumi”) il cui articolato oggi accomuna, sotto un’unica e generica denominazione, produzioni tra loro profondamente diverse per origine, qualità e lavorazione della materia prima generando, di fatto, disinformazione nel consumatore; urge superare gli ostacoli per la vendita di prodotti della salumeria nazionale all’estero attraverso politiche forti e decise a consentire di acquistare lo status di paese indenne da alcune malattie che sono ormai circoscritte a zone marginali del paese e certo non riguardano gli allevamenti dell’area di produzione del suino padano; serve , in merito, risolvere l’annosa questione del marchio GSP ed avviare una nuova fase di rilancio del progetto. “L’interprofessione – conclude Parmigiani – dovrà riuscire ad orientare la programmazione attraverso accordi di filiera e contratti quadro da sottoscrivere con soggetti interessati sia alla produzione dei suini che dei prosciutti a marchio.”

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