Una folla stordita e incredula ai funerali di Luciano Foesera

Non c’è voglia di parlare tra il folto pubblico accorso per i funerali di Luciano Foesera, l’uomo ucciso dal genero 34enne Fabio Zannoni. L’omicidio si era consumato lunedì nei bagni dell’ospedale di Fiorenzuola dove il 68enne era ricoverato per un’ischemia cerebrale. Proprio la malattia dell’uomo sembra avere scatenato la follia omicida del genero che dopo il fatto si era costituito ai carabinieri raccontando di essere esasperato dai continui soprusi del suocero che arrivavano fino alla violenza fisica. Ieri si sono conclusi gli esami autoptici e i rilievi del caso pertanto l’autorità giudiziaria ha dato il via libera alle esequie. I motivi che hanno spinto al tragico gesto il giovane rimangono un mistero per gli abitanti di Pontenure che conoscevano entrambi e che sono rimasti spiazzati sia dall’atto di Fabio sia dal suo racconto secondo il quale Luciano lo rendeva oggetto di soprusi e violenza fisica. Un clima davvero surreale intorno alla chiesa di San Pietro Apostolo di Pontenure. La frase riccorrente è “Da come le conoscevo io erano brave persone poi quello che succedeva in famiglia non posso saperlo”. In altre parole sembra profilarsi il classico panorama sotterraneo, fatto di screzi e incomprensioni di cui però all’esterno nulla emergeva.

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