AGGIORNAMENTO – I lavoratori hanno preso contatti con il console egiziano in Italia sede Milano Amr Abas e l’avvocato che Lunedi arriverà dall’ambasciata di Roma YEHIA AMIN. Anche in Egitto intanto le famiglie si stanno mobilitando per andare davanti all’ambasciata italiana ad Alessandria. Anche I Cobas Lunedi monteranno un presidio dalle ore 17.
AGGIORNAMENTO – E’ ancora in corso la protesta dei 150 lavoratori nordafricani della Tnt che da ieri sera alle 20 stanno picchettando l’ingresso dell’azienda di trasporti di via Dossareli. nella notte, dopo il fallimento delle trattative per una migliore contrattazione, ci sono stati alcuni momenti di tensione con polizia e carabinieri, schierati con caschi, scudi e sfollagente. In particolare intorno alle 22 gli agenti hanno dovuto contenere la protesta dei lavoratori mentre alcuni camion uscivano vuoti dal deposito della Tnt. Gli immigrati hanno trascorso lì la notte e stanno tuttora picchettando l’ingresso dell’azienda.
Momenti di tensione questa notte nella sede Tnt di via Dossarelli. Al termine del tavolo intertistituzionale di ieri Provincia con i rappresentanti delle cooperative Stella e Vega (a cui il consorzio Gesco Nord ha subappaltato la gestione dei facchini), la notizia della sospensione dei turni per chi ha protestato ha fatto riesplodere la rabbia.
Ai rappresentanti istituzionali (presenti l’ass. al lavoro Andrea Paparo, l’ass. alle opere pubbliche Ignazio Brambrati e il cons. Prc Carlo Pallavicini) il compito di riferire l’esito dell’incontro.
“Tnt – comunica l’ass. Brambati – sembra abbia ridotto il numero dei camion perché le proteste degli ultimi giorni avrebbero messo in difficoltà l’azienda”. Al centinaio di facchini ai cancelli della ditta di spedizioni è stato quindi vietato l’ingresso almeno fino a venerdì, giorno dell’incontro con il sottosegretario ai trasporti Bartolomeo Giachino. Il sit in è proseguito tutta la notte, tra grida di protesta e rabbia.
“Noi stiamo solo chiedendo i nostri diritti: un contratto regolare, una busta paga e le tutele di un contratto collettivo nazionale” spiega un lavoratore poco più che ventenne “Hanno sbattuto fuori dalla ditta tutti quelli che hanno protestato, con la scusa di non avere lavoro, ma hanno già assunti altri lavoratori al nostro posto”.
“Per le condizioni descritte ho la sensazione che la situazione sia scoppiata di in ritardo” commenta l’ass. Brambati “Questo è lo specchio dei tempi che stiamo vivendo, dove il lavoro diventa non solo una merce, ma una merce pessima”.