IL COMUNICATO
«Il fatto che chi è impiegato presso una cooperativa – dichiara Stefano Cavalli, consigliere regionale della Lega Nord – venga chiamato “socio”, anziché “dipendente”, rappresenta spesso un pretesto per privarlo di molti dei diritti dei lavoratori, faticose conquiste del secolo scorso. Fino alla fine degli anni 90, il lavoro del facchino era molto ben retribuito ora, grazie alla presenza di numerosi lavoratori stranieri non è più così. Spesso chi viene nel nostro paese si adatta a lavorare in condizioni pericolose per paghe misere e orari assurdi. Aggiungendo all’equazione la crisi economica e la conseguente mancanza di lavoro, – continua l’esponente del Carroccio – il risultato è stato una guerra tra poveri sulla quale specula un nuovo tipo di caporalato. Le larghe maglie del contratto nazionale per il “lavoro a chiamata” consentono, infatti, veri e propri abusi e prepotenze ai danni dei lavoratori. La situazione lamentata dai facchini delle cooperative Stella e Vega rappresenta il perfetto esempio di come immigrazione e crisi economica possano far degenerare la situazione danneggiando l’intera categoria dei lavoratori. Ci sarà sempre – prosegue il Consigliere leghista – chi è disposto a lavorare per un compenso inferiore o in condizioni peggiori, facendo così drasticamente diminuire il costo del lavoro. La Regione, attraverso la Direzione Generale del Lavoro e le AUSL e in concerto con INPS, INAIL e le Direzioni provinciali del Lavoro opera numerosi controlli su cantieri e aziende. Per queste ragioni – conclude Cavalli – ho presentato un’interrogazione con la quale chiedo: se siano stati effettuati controlli circa le condizioni di lavoro del personale interno ed esterno operante nello stabilimento TNT di Le Mose sia per quanto riguarda la tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori, sia per quanto riguarda la regolarità contributiva e retributiva e con quali esiti; quali urgenti misure intende attivare per i lavoratori in oggetto, in applicazione dell’art.4 dello Statuto Regionale.