Liste d\’attesa asili nido, natalità e tagli allontanano l\’azzeramento

 Chi l’avrebbe detto che tra il Comune e la missione di azzerare le liste d’attesa degli asili nido si sarebbe infilata una “cicogna” attivissima? Il boom di nuovi nati registrato dal 2009 ad oggi – la popolazione infantile (0-3 anni) è passata da 2450 a 2700, +9,6% – è infatti una delle ragioni che molto probabilmente non consentirà all’amministrazione comunale di rispettare il famoso impegno assunto nella campagna elettorale del 2007.

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A onor del vero lo sforzo è stato consistente. In quattro anni l’amministrazione Reggi ha creato 110 posti in più; da una parte è aumentato il numero dei posti convenzionati negli asili privati, dall’altra sono state costruite strutture nuove e, in alcuni casi, sono state ricavate sezioni supplettive. Eppure non è bastato. «Se non ci fosse stato questo aumento demografico, impossibile da preventivare quattro anni fa, avremmo raggiunto una copertura posti del 35%».

A sostenerlo è l’assessore all’Infanzia Giovanni Castagnetti ricordando come l’Unione Europea abbia fissato nel 33% il rapporto ottimale tra posti offerti e il totale della popolazione infantile, ovvero i bimbi dagli 0 ai 3 anni. Il risultato è che oggi a Piacenza l’asticella sfiora il 32% (31,90%), percentuale tutto sommato poco distante dal tetto europeo. Un pizzico di rammarico che tuttavia non annacqua la «grande soddisfazione – afferma ancora Castagnetti – dei risultai fin qui raccolti sia in rapporto all’andamento nelle altre realtà della Regione, sia rispetto alle condizioni economiche non certo fiorenti con cui abbiamo dovuto fare i conti». Tirando le

somme: al netto del boom di nascite, «degli indiscriminati tagli fatti dal Governo Berlusconi (circa 3 milioni di euro)» e del tasso costante di domande fatte da genitori di bambini non residenti nel Comune (un costante 10% ogni anno scolastico), si può stimare in circa un centinaio il numero di domande che nel prossimo anno scolastico rimarranno inevase.

 

LE SCELTE POLITICHE

A inizio mandato l’amministrazione Reggi aveva pianificato di raggiungere l’obiettivo dell’azzeramento delle liste attraverso due scelte politiche ben precise: aumentare il numero di posti in convenzione con gli asili privati e ricavarne altri in strutture nuove o ristrutturate. Negli ultimi anni è stato costruito il nuovo asilo all’ex Unicem (52 posti). E’ stato poi ristrutturato l’asilo della Farnesiana (che ripristina così 60 posti che sono stati indisponibili per un certo tempo); e sono stati ricavati altri 14 posti grazie alla nuova sezione all’asilo della Besurica. In questi quattro anni il Comune ha creato 110 posti nuovi totali.

 

LA FOTOGRAFIA ATTUALE

 

Tra asili comunali, asili privati e posti convenzionati, il territorio piacentino offre oggi 860 posti complessivi. «L’aumento demografico ha di fatto bloccato l’operazione di incrementare i nuovi posti in convenzione, ma non potevamo certo prevederlo» commenta l’assessore. Ma non è stato solo l’aumento dei neonati a frenare gli obiettivi. Castagnetti ricorda che «abbiamo dovuto fare i conti con 3 milioni in meno di mancati trasferimenti da parte del Governo per la compensazione dell’Ici». Anche per questo, dunque, non è stato possibile finora raggiungere l’obiettivo del 35%.

 

I VOUCHER CONCILIATIVI

Un ulteriore sforzo del Comune è stato fatto con l’introduzione dei

24 voucher conciliativi che permettono alle famiglie che non hanno visto i propri figli entrare in strutture pubbliche, di vedersi almeno riequilibrata la retta pur entrando in strutture private.

 

ANNO SCOLASTICO

2011-2012

Le domande pervenute in Comune per l’anno scolastico 2011-2012 sono

617 a fronte di 399 posti a disposizione. Sulla carta resterebbero fuori 218 bambini. In realtà, però, questa cifra non rappresenta la richiesta effettiva e va dunque riconsiderata. Ogni estate si assiste alla corsa alla domanda, indipendentemente dalle reali esigenze delle famiglie che spesso si formano nei mesi successivi. Storicamente infatti, intorno a dicembre, circa la metà delle domande in graduatoria viene disdetta. Vi è poi da considerare una porzione ormai costante negli anni (circa il 10%) rappresentata dalle domande di genitori di bimbi residenti fuori dal Comune capoluogo. Scremato di tuttue queste variabili, secondo il Comune il dato di “inevaso” si attesta su un centinaio di domande. Si poteva fare di più? «Abbiamo fatto il massimo – conclude Castagnetti – l’obiettivo non è stato raggiunto, ma nonostante tutto ci siamo molto vicini».