AGGIORNAMENTO 14 luglio – E’ arrivata la richiesta, da parte della difesa, della perizia psichiatrica per Fabio Zannoni, il 34 enne di Pontenure che lunedì pomeriggio ha strangolato, nel bagno dell’ospedale di Fiorenzuola, il suocero 68 enne Luciano Foesera. L’avvocato di Zannoni avrebbe scelto questa linea difensiva, comunicata ieri al giudice per le indagini preliminari, per verificare o meno se il suo assistito, nel momento in cui ha commesso l’omicidio del suocero, fosse in grado di intendere e di volere.
AGGIORNAMENTO ore 20.30 – E’ comparso oggi di fronte al gip Fabio Zannoni, reo confesso dell’omicidio del suocero Luciano Foesera, avvenuto lunedì nell’ospedale di Fiorenzuola. Oggi il Gip ha convalidato l’arresto ma per ora non vi sarebbero altre novità, come confermato dall’avvocato della difesa Andrea Sagner: “Particolari non ce ne sono. E’ stata fatta la convalida e confermata la custodia cautelare in carcere. Lui ha confermato le dichiarazioni già rese ai carabinieri e null’altro al momento”.
Comparirà oggi di fronte al gip, Fabio Zannoni, reo confesso dell’omicidio del suocero Luciano Foesera, avvenuto lunedì nell’ospedale di Fiorenzuola dove la vittima era ricoverata da oltre un mese. La morte per strangolamento verrà verificata nel corso dell’autopsia prevista per domani dal medico legale Donatella Pedrazzini che effettuò il primo esame sulla salma, individuando i segni sul collo che apparirebbero compatibili con il racconto dell’assassino.
Zannoni, autotrasportatore di 34 anni, nella sua confessione resa poco dopo l’assassinio, ha raccontato di aver assistito il suocero dalle 13.30 fino alle 17.30, quando l’ha aiutato ad alzarsi dal letto e sistemarsi sulla sedia a rotelle per accompagnarlo nel bagno del day hospital, dove, colto da un raptus, si è sfilato la cintura e l’ha stretta al collo della vittima fino ad interrompergli il respiro.
Ancora sotto shock la moglie di Zannoni, al momento detenuto al carcere delle Novate. Il dolore della donna si stringe in via Garibaldi a Pontenure, dove tenta di nascondere le lacrime alla figlia di quattro anni, ancora all’oscuro della vicenda.