Dopo le cipolle arriva la sperimentazione anche sull’aglio. Nella Bassa piacentina, a Roncarolo, Franco Losi ha avviato, su circa 9 ettari dei suoi campi, la nuova macchina per l’estrazione che consente di risparmiare sui costi di manodopera (l’aglio non necessita più di essere posato, a mano, per file parallele), ridurre i tempi di maturazione in campo e, quindi, di scongiurare il rischio di esposizione a piogge e maltempo. Il “prototipo” è stato messo a punto dalla Farm Service di Mauro Molinaroli. Sul posto questa mattina l’assessore provinciale Filippo Pozzi e Bruno Chiusa, direttore del Consorzio fitosanitario, presto raggiunti da alcuni agricoltori di Fiorenzuola, Cortemaggiore e San Pietro in Cerro, interessati ai primi riscontri della nuova metodologia. La macchina in sperimentazione si compone di due appendici installate frontalmente e posteriormente al trattore. Quella anteriore taglia il “gambo” dell’aglio, quella posteriore lo estirpa dalla terra passandolo su una sorta di setaccio che lo ripulisce dal terriccio residuo, per lasciarlo poi sul campo, pronto per giungere a maturazione nello spazio di 4 giorni circa, contro i 15 necessari all’aglio “con gambo”. “Pur non rappresentando – spiega Pozzi parlando della nuova tecnologia – un metodo consolidato della nostra tradizione, ogni scelta aziendale che contribuisce a aumentare il livello della competitività è ben accetta. Apprezzo molto lo spirito di continua ricerca che, sempre più spesso, guida i nostri agricoltori nella loro attività quotidiana. Ora serve davvero tornare a creare i presupposti per un unico consorzio che possa promuovere e tutelare l’aglio piacentino. Seguiamo da vicino l’iter del riconoscimento Igp, ma, in caso di assegnazione, è necessario che il territorio si dimostri pronto ad accogliere e promuovere questo marchio di origine. In questi mesi non abbiamo mai smesso di cercare di facilitare queste condizioni”
“Un passo avanti interessante, perché riduce i costi di manodopera in un settore in cui questa è carente e riduce il rischio rappresentato dall’esposizione agli agenti atmosferici dell’aglio sul campo – ha spiegato Chiusa –. Occorre andare verso una sempre maggiore meccanizzazione e la ricerca di un progresso continuo”.
“Senza innovazione siamo al palo – sottolinea Losi –. Gli agricoltori non si dovrebbero stancare mai di sperimentare per acquisire l’esperienza oggi necessaria per rimanere sul mercato con prodotti di qualità. Il maltempo di quest’anno? Ci ha penalizzato per cipolla e pomodoro, l’aglio sembra non averne risentito particolarmente”.