Giro di vite agli sprechi d\’acqua al campo nomadi di Piacenza

Alla fine è passata a larga maggioranza la mozione di Carlo Mazza

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(misto) che chiedeva, in buona sostanza, di porre un freno agli sprechi d’acqua che da anni si verificano al campo nomadi e più in specifico di «prevedere, nel prossimo regolamento di gestione, l’obbligo di rimborso della spesa relativa al consumo dell’acqua eccedente a quello di una utenza ordinaria».

In realtà però le sfumature emerse durante il dibattito in Consiglio comunale sono state molteplici. Con il Pdl che, se avesse potuto, avrebbe votato un documento anche più rigido. «Perché dobbiamo dare l’acqua gratis ai nomadi?», ha sbottato Marco Tassi (Pdl). Alla fine è prevalsa comunque l’idea che già un giro di vite è comunque «un passo in avanti» rispetto allo status quo. L’arco di chi ha votato a favore è stato composto dal Pdl, dal Pd, da Api e dalla lista civica di Reggi. Si sono astenuti Ferrari (Pd) Pallavicini (Prc) e Zucconi (Pc Tutta); non ha partecipato al voto Cisini (Pd). L’unica formazione politica a votare contro è stata l’Udc.

Sulla mozione si è registrata l’apertura dell’assessore ai Servizi sociali  Giovanna Palladini la quale ha indicato come strada da imboccare quella del risparmio, sia di acqua che di elettricità, ma non ha imputato ai nomadi le colpe deglisprechi di questi anni: 

«Potrebbero derivare da scarsa cura o da un impianto obsoleto. 

Andiamo nella direzione di ottica di risparmio energetico, ma nel rispetto di tutti» Per Giacomo Vaciago (misto) «il problema dell’acqua è serio, non possiamo banalizzarlo parlando solo di una piccolissima comunità». E ha così suggerito di trasformare «la mozione aggiungendo che tutti i piacentini, non solo i nomadi, hanno diritto a un certa quantità di acqua gratis. L’eccedenza si paga con il prezzo che cresce quanto più si consuma».

Carlo Mazzoni (Pdl) ha accusato l’amministrazione di non aver fatto le opportune verifiche in passato sul funzionamento del sistema idrico al campo nomadi e ha suggerito di investire delle risorse per «un corso di formazione al fine di frgli capire i principi minimi di educazione civile». Anche Stefano Frontini (Pc Libera) si è espresso per la linea dura. «Una mozione di buon senso» l’ha definita Gianpaolo Crespoli (Api) che si è però chiesto «perché le amministrazioni precedenti non sono intervenute prima?».

Di altro avviso Giorgio Cisini (Pd): «Vanno anche considerate le condizioni precarie del campo nomadi, dove non c’è nemmeno l’ombra di una pianta». Attento ai più deboli  Claudio Ferrari (Pd): «Mi astengo, noi attenti a chi è più debole». Per «educare» gli abitanti del campo «affinché non si abusi di un beneficio» anche Lucia Rocchi (per Pc con Reggi). Mentre Antonio Levoni (Udc), che ha invitato ad «avere il coraggio di dire che si tratta di un problema sociale», non ha appoggiato una soluzione che «è una via di mezzo».