E’ terminato pochi minuti fa l’incontro tra il sindaco Roberto Reggi l’avvocato Augusto Rizzi in rappresentanza dei soci di Rdb e il direttore di Assindustria Cesare Betti sulla vicenda relativa al possibile trasferimento a Roma del centro direzionale dell’azienda. Nella mattinata di ieri durante l’incontro tra Reggi e l’amministratore delegato della di Rdb Renzo Arletti era stato confermatol’ingresso di un nuovo proprietario, il gruppo Alias Sacci. In quell’occasione il primo cittadino aveva dimostrato sconforto in primo luogo per la perdita di piacentinità della Rdb. Anche quest’oggi la tematica ricorrente è stata la secolare tradizione piacentina dell’azienda insieme all’elaborazione di un piano industriale.
Domani è previsto un incontro importante per il futuro dei 1.100 lavoratori di Rdb e per il futuro del territorio. Seduti attorno allo stesso tavolo ci saranno i rappresentanti dei lavoratori (RSU di tutti il Gruppo), i sindacati di categoria territoriali e nazionali (Fillea-Cgil, Feneal-Uil, Filca-Cisl) e l’amministratore delegato del Gruppo Rdb, dottor Renzo Arletti. “Tutti quelli seduti al tavolo devono avere un obbiettivo comune: far continuare la storia del Gruppo Rdb – commenta Marco Carini, segretario Fillea-Cgil Piacenza – la ricerca di una prospettiva industriale seria, che non abbia “il fiato corto” e che non si incentri su una soluzione-tampone, dovrebbe essere nell’interesse di tutti”. “Per ottenere questo abbiamo bisogno che si instauri una trattativa concreta e trasparente in cui ognuno, per la sua parte, pensi al futuro dell’azienda e dei lavoratori”.
Secondo Marco Carini, in sede di trattativa, la prospettiva di cui parlare dovrà puntare “al risanamento ma anche ad un futuro di crescita per l’azienda, per i lavoratori e per il territorio in cui è insediata”. “In questo quadro – conclude Carini – è indispensabile che parti sociali e istituzioni cerchino di fare “sistema” in difesa del lavoro con azioni coordinate ed incisive. E’ quello che chiedono i lavoratori anche attraverso alcune lettere scritte ai giornali, in cui, semplicemente e umilmente, ricordano che sono in 1.100 a chiedersi lumi sul futuro loro e delle loro famiglie”.