Deludente la raccolta dei seminativi a Piacenza

Nella nostra provincia gli agricoltori hanno iniziato a mietere l’orzo e nei prossimi giorni si avvierà anche la raccolta del frumento, è presto per avere una visione di prospettiva sui seminativi, ma i primi riscontri sono già evidenti. “Il raccolto dell’orzo – spiega Ercole Parizzi Presidente della Sezione di prodotto Colture Industriali di Confagricoltura Piacenza – evidenzia le scarse rese dovute all’andamento climatico. Mediamente stiamo raccogliendo 40 quintali/ettaro, questo perché il prodotto ha fortemente risentito dei mesi siccitosi di aprile e maggio, inoltre, in diverse aree della nostra provincia, i campi sono stati ulteriormente danneggiati dalle avversità atmosferiche di giugno. Ciò che è incoraggiante, invece – spiega Parizzi – è il prezzo, che attualmente si aggira attorno ai 26 euro/quintale. Per quanto riguarda il frumento, quotato attorno ai 28 euro/quintale, ci aspettiamo un andamento analogo. L’annata sembra ottima, invece, sotto tutti i profili, per il mais che ha riscontrato aumenti a due cifre. Il mais ha avuto difficoltà a causa della siccità in primavera al momento della nascita, ma ha beneficiato della successiva piovosità. Anche se la stipula dei contratti di vendita per questa coltura non è conclusa, direi che possiamo proprio escludere un tonfo a fine campagna, sebbene, com’è fisiologico, ci sarà un possibile calo delle quotazioni, queste si attesteranno comunque su valori soddisfacenti”. Al momento il mais da granella è quotato 28 euro/quintale. Sulle prospettive di quotazione influiscono certamente anche i rimbalzi delle commodities a livello europeo e mondiale. In Usa, le piogge al momento della semina del mais hanno portato ad una contrazione delle superfici, cui si è cercato di porre rimedio a giugno, ma il Paese ha bisogno di ricostituire le scorte e le grandi banche d’affari hanno dato indicazione di mantenere le commodities in portafoglio dato che la domanda e/o le cattive condizioni meteorologiche sono potenzialmente in aumento. Le semine del grano primaverile negli Usa sono state stimate a fine maggio dall’Usda al 54% contro l’89% della media degli ultimi 5 anni. Per questo motivo la Borsa di Minneapolis, dove appunto viene trattato il grano primaverile, ha toccato un prezzo che non raggiungeva da 3 anni. “Un’annata che, da produttori – conclude Parizzi – ci vede un po’ più ottimisti rispetto alle precedenti, ma dobbiamo ancora recuperare le perdite del 2008 e del 2009 (il 2010 si è chiuso in sostanziale equilibrio) ed i costi dei fattori produttivi stanno schizzando alle stelle seguendo, come sempre, l’andamento del petrolio. Resta in ogni modo, infine, l’incertezza dei mercati, sempre più schizofrenici e con una volatilità delle quotazioni che esaspera non consentendo stime e programmazioni di medio periodo”.

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