41 interventi in per un investimento complessivo in sicurezza territoriale pari a circa 10 milioni di euro: questa la dote che porterà a Piacenza, tra il 2011 e il 2013, il nuovo Piano Regionale per la prevenzione del Rischio Idrogeologico, presentato ieri a Bologna dal Presidente Vasco Errani e dall’Assessore Paola Gazzolo. “Oggi – ha affermato l’assessore – parte un nuovo modo di programmare e pianificare per garantire la sicurezza del territorio. Si segna il passaggio sistematico dall’ottica dell’emergenza a quella della prevenzione, vero obiettivo dell’azione della Regione”. Il piano complessivamente ammonta a 183,57 milioni di euro da distribuire su tutto il territorio emiliano romagnolo: 154,87 milioni derivanti dall’Accordo di programma tra Ministero dell’Ambiente e Regione dello scorso novembre, i restanti 28,70 riguardanti Ordinanze di Protezione civile. “Accanto ad lavori puntuali e strutturali – precisa la Gazzolo – il 18% delle risorse a disposizione è destinato alla manutenzione diffusa, fondamentale per la sicurezza del territorio”. Un campo, quest’ultimo, in cui dovranno essere attuati programmazioni specifiche: piani di manutenzione condivisi e partecipati. “Ora si parte – ha proseguito l’assessore – ma l’obiettivo è quello di dare piena attuazione al Piano su scala decennale mediante l’integrazione delle politiche attuate ai vari livelli di governo, con azioni sinergiche mirate al raggiungimento di obiettivi comuni. Anche i vari Enti chiamati ad operare nel campo dell’assetto idrogeologico dovranno effettuare un’analisi condivisa delle criticità del territorio, definendo scelte strategiche di intervento, messa a sistema delle varie linee finanziarie e dei finanziamenti per la manutenzione”. Un percorso, quello delineato dalla Gazzolo, che guarda con favore alla partecipazione della collettività nella definizione delle priorità a cui dare risposta, ricercando momenti di confronto, anche non formali. L’obiettivo, nelle parole dell’Assessore, è quello di definire una “visione strategica orientata alla prevenzione per ridurre i costi delle emergenze, producendo economie di scala grazie al perseguimento di obiettivi integrati”. A livello operativo, la proposta è quella di dar vita ad un tavolo costituito da Regione, Autorità di bacino, Province, Unioni di Comuni, Urber e Uncem per cooperare nell’attuazione al Piano. “Alle Province – ha affermato ancora – sarebbe invece opportuno attribuire uno specifico ruolo di coordinamento”. Tra gli interventi illustrati direttamente dall’assessore nella sua relazione, quello relativo al completamento dei rialzi e ringrossi dell’argine maestro in comune di Sarmato, già una delle priorità strategiche già finanziate dal Cipe nell’ambito del “Progetto Valle del Fiume Po”, i cui fondi erano però stati dirottati altrove dal governo tra fine 2009 e inizio 2010. “L’unico criterio che ci ha guidato nell’individuazione degli interventi da realizzare – è intervenuto il presidente Vasco Errani – è stata la valutazione delle priorità da affrontare: al centro della nostra azione ci sono esclusivamente i bisogni del territorio. Quello che serve è infatti una pianificazione che ci porti lontano dalla rincorsa dell’emergenza”. Dal Errani quindi l’auspicio di riprodurre, su scala nazionale, il metodo seguito dall’Emilia Romagna. “La stessa crescita economica – ha concluso – può essere legata ad un grande piano di sicurezza territoriale in grado di offrire nuove opportunità di lavoro e costruire valore aggiunto per le imprese e per tutta la comunità”.
IL PIANO PER L’INTERA REGIONE:
Garantire una manutenzione diffusa del territorio, azione prioritaria per la riduzione del rischio idrogeologico; dare risposta alle problematiche della montagna in termini di dissesto attraverso azioni di mitigazione del rischio delle principali aree in frana e di un’adeguata manutenzione dei versanti; risolvere i principali nodi critici idraulici di pianura che interessano molti dei capoluoghi dell’Emilia-Romagna; attuare ulteriori interventi di messa in sicurezza del litorale e di manutenzione straordinaria di opere di difesa della costa.
Sono i criteri fondanti del Piano regionale triennale (2011-2013) per la prevenzione del rischio idrogeologico, che rappresenta il primo passo del Piano decennale di interventi per la sicurezza del territorio, obiettivo del programma di governo del presidente Vasco Errani.
Per l’attuazione del Piano, la Regione può contare oggi su risorse certe e pluriennali, da gestire in un’ottica di forte integrazione con quelle connesse a eventi emergenziali di protezione civile. Gli interventi facenti parte del Piano hanno quindi la prerogativa di essere rapidamente cantierabili, in risposta alle emergenze del territorio.
Le risorse del Piano triennale prevedono circa 183 milioni di euro, 154 dei quali derivanti dall’Accordo di programma con il Ministero dell’Ambiente, della tutela del territorio e del mare (90 da fondi statali e quasi 65 milioni provenienti da risorse della Regione Emilia-Romagna). A tali finanziamenti vanno aggiunti quelli derivanti dalle ultime ordinanze di protezione civile che ammontano a circa 28 milioni di euro.
Le opere previste in tale Accordo consistono in significativi e strutturali interventi, come casse di espansione e sistemazioni arginali. Altri interventi importanti riguardano le grosse frane appenniniche e un ripascimento con sabbia di molti tratti di costa in erosione.
Una quota significativa pari al 18% del totale dell’Accordo, su richiesta della Regione, sarà destinata alla manutenzione del reticolo idrografico e dei versanti e potrà rispondere a fenomeni quali quelli recentemente avvenuti nell’area emiliana. Le risorse erogate tramite le ordinanze di protezione civile hanno come riferimento in particolare gli eccezionali eventi meteorologici e alle intense mareggiate che hanno colpito il territorio regionale nell’inverno 2009-2010 e primavera 2010.
Il Piano è stato presentato questa mattina nella sede della Regione, a Bologna, nel corso di un incontro cui hanno partecipato il presidente della Regione, Vasco Errani, l’assessore regionale alla Sicurezza territoriale, Difesa del suolo e della costa, Protezione civile Paola Gazzolo, il Commissario straordinario delegato all’attuazione dell’Accordo di programma tra Ministero dell’Ambiente, della Tutela del territorio e del mare e la Regione Emilia-Romagna, Vincenzo Grimaldi, il presidente Anci Emilia-Romagna Daniele Manca e il presidente regionale Upi, Vincenzo Bernazzoli.
“E’ un Piano realmente operativo nel territorio”, ha rimarcato l’assessore Gazzolo ricordando l’entità delle risorse e degli interventi già programmati.”con il pieno coinvolgimento di Comuni, Province, di tutti gli uffici territoriali che operano sulla manutenzione del territorio”.
“La scelta strategica è prevenire – ha aggiunto il presidente Errani -, non inseguire l’emergenza ma avviare una programmazione che ci consente di fare un grande salto in avanti nella messa in sicurezza del territorio dal punto di vista idrogeologico, uno dei problemi fondamentali dell’Emilia-Romagna e del Paese”.
“Inoltre – ha continuato il presidente della Regione – questa programmazione consente di creare lavoro: molte imprese, la stragrande maggioranza di questo territorio, saranno impegnate per alcuni anni nella realizzazione di queste opere. Se riuscissimo a portare questo ragionamento sul piano nazionale, raggiungeremmo un duplice importante obiettivo: mettere in sicurezza il territorio e allo stesso tempo dare un contributo alla crescita dell’economia”.
L’Accordo di programma tra Ministero e Regione, siglato alla fine dello scorso anno, è finalizzato alla programmazione e al finanziamento di interventi urgenti e prioritari per la mitigazione del rischio idrogeologico, dunque volti alla salvaguardia della vita umana attraverso la riduzione del rischio idraulico, di frana e di difesa della costa, sia mediante la realizzazione di nuove opere che con la manutenzione ordinaria e straordinaria.
Tra gli interventi strutturali inseriti nel Piano triennale previsti ricordiamo la cassa di espansione sul torrente Baganza (circa 10 milioni di euro dall’Accordo con il Mattm e 2 milioni da ordinanze di protezione civile) che aumenterà ulteriormente il livello di sicurezza della città di Parma e del nodo idraulico di Colorno; gli interventi relativi al sistema Panaro-Secchia per la difesa idraulica del territorio modenese ammontanti a 4 milioni di euro per la cassa sul fiume Secchia e circa 2 milioni per quella sul fiume Panaro. E ancora interventi di messa in sicurezza della città di Modena attraverso il completamento del diversivo Martiniana; interventi nella bassa pianura bolognese a partire dal proseguimento della cassa di espansione in località Bagnetto (Sala Bolognese, Castello d’Argile) per ulteriori 7 milioni di euro (5 da Accordo e 2 da Protezione civile); potenziamento della capacità di smaltimento delle acque del sistema dei canali Vena e Tagliata a Cesenatico per circa 2,25 milioni di nuove risorse. Per la costa sono previsti 5,6 milioni di euro per interventi di ripascimento a difesa dei tratti costieri in erosione; è previsto l’utilizzo di sabbia dallo scanno di Goro e la realizzazione di un sabbiodotto nel litorale riccionese.
In allegato: la ripartizione delle risorse