“Un problema che investe soprattutto le donne che, sui tempi di lavoro costruiscono al gestione della loro famiglia” così Andrea Pollastri presentando l’interrogazione sui part time dell’ASL di Piacenza discussa oggi durante l’Assemblea Legislativa.
A seguito dell’entrata in vigore delle nuove norme relativamente al part time lo scorso 24 novembre, i differenti soggetti pubblici, tra cui le ASL, avevano sei mesi di tempo per rivedere ed eventualmente modificare i contratti part time in essere, verificando i casi di effettiva necessità.
Presso l’ASL di Piacenza, però, i lavoratori hanno segnalato preoccupazione per le modalità con cui questa revisione sta avvenendo: l’Azienda, infatti, ha richiesto ai dipendenti interessati di sottoscrivere una “informativa circa le condizioni di svolgimento del rapporto a tempo parziale” che nella sostanza si sarebbe voluta proporre come una sorta di accordo “le parti concordano quanto segue.., trasformando di fatto, alla scadenza concordata, il rapporto di lavoro a tempo pieno (..Si procederà, pertanto, a disporre la trasformazione del rapporto di lavoro a tempo pieno), suscitando le proteste di dipendenti e sindacati, i cui rappresentanti, il 16 maggio scorso, hanno incontrato la direzione aziendale.
A rispondere il Sottosegretario alla Presidenza della Giunta Alfredo Bertelli che ha ricordato come la Direzione Generale del Personale della Regione abbia trasmesso una nota esplicativa in cui invitava i vari Enti a fare una mappatura dei part time in essere valutando i casi di effettivo bisogno, favorendo una turnazione che, nei limiti numerici previsti dal Contratto Nazionale (25% per ogni profilo professionale), consenta di mantenere quelli in essere e crearne dei nuovi, rispondendo alle esigenze dei lavoratori ed evitando di penalizzare il funzionamento dell’Azienda.
Per quanto riguarda il caso specifico di Piacenza il Sottosegretario ha ricordato che l’Asl ha convocato una serie di incontri coi sindacati e li ha informati sulle modifiche proposte, sui criteri adottati e la distribuzione dei contratti part time tra i 14 Dipartimenti.
A seguito ha proposto un accordo sulla base delle seguenti direttrici: temporizzazione del part time a 48 mesi, sottoscrizione su base volontaria, ricollocazione del dipendente in caso di non compatibilità con l’organizzazione del lavoro, impegno ad elevare da 421 a 450 i contratti part time, impegno ad una verifica delle disponibilità economica per aumentare il fondo di produttività, riconferma che la mancata sottoscrizione del contratto comporterà il rientro al tempo pieno, realizzazione di un tavolo di confronto per condividere un regolamento per la gestione dei part time.
Vista l’impossibilità di raggiungere un accordo, però, l’ASL ha proceduto autonomamente, mente i Sindacati, preso atto del passo avanti fatto dall’Azienda, si sono riservati di dar vita a nuove iniziative a favore dei lavoratori.
“Il fatto che l’Asl abbia proceduto in modo unilaterale – ha replicato Pollastri – non mi convince pienamente: la riorganizzazione non può avvenire senza l’accordo coi lavoratori.”