E’ stato condannato a 11 mesi, 15 giorni e 500 euro di multa Enrico Gazzola, l’ex ispettore della polizia municipale dell’Unione Valnure, accusato di truffa. Il giudice, però, ha negato la confisca dei beni, chiesta dalla parte civile, non ha concesso la provvisionale e ha rinviato in sede civile la quantificazione dei danni per le ore “perse” dall’Unione Valnure. Erano in pratica le richieste della parte civile. Per il vigile, il pubblico ministero Emilio Pisante aveva chiesto un anno. La sentenza è stata emessa ieri dal giudice Monica Fagnoni, dopo l’arringa dei difensori di Gazzola, gli avvocati Lorenzo Isoppo, di Parma, e Andrea Losi. I legali hanno puntato sul fatto che Gazzola, accusato di timbrare il cartellino e poi recarsi in altri luoghi, in realtà svolgeva altre opere, ma sempre legate al suo ufficio. Ad esempio, era stato visto in un bar: ma a chiamarlo erano state le proprietarie, minacciate da alcuni marocchini, ha detto l’avvocato Isoppo citando dei testi. In un altro caso, l’ispettore aveva seguito la figlia, che soffriva dopo al separazione dei genitori, e in un altro era intervenuto dopo la telefonata di una donna che aveva segnalato dei nudisti. In questo caso, gli inquirenti pensavano che Gazzola fosse fuori dal suo territorio, ma così non era: la località era Carmiano. I carabinieri hanno pensato a Pontedelolio, in realtà era Carmiano di Vigolzone. Isoppo e Losi, dopo aver letto le motivazioni della sentenza, ricorreranno in appello.