All’ex Pertite 16 ettari di spazio non sono sufficienti per il trasferimento dello stabilimento militare e comunque, l’area è considerata imprescindibile. E’ questo il contenuto della risposta che il 23 febbraio scorso lo Stato Maggiore dell’esercito ha inviato al ministero della Difesa in relazione alla proposta dell’amministrazione comunale sulle aree militari dell’ottobre 2008 e che ieri i deputati piacentini del centrodestra Tommaso Foti (Pdl) e Massimo Polledri (Lega Nord) hanno reso noto.
Al contempo, però, sempre in quella risposta, lo Stato Maggiore si era dichiarato disponibile a cedere le caserme Nicolai (piazza Cittadella) e Lusignani (Sant’Antonio) a fronte dell’accentramento del Genio Pontieri in un’unica sede, presso ex Piazza d’Armi. «La Nicolai e la Lusignani non sono certo due infrastrutture da poco – hanno osservato i due parlamentari – non sta scritto da nessuna parte che le aree militari debbano arrivare tutte e subito».
Invece di stracciarsi le vesti, dunque, qualche motivo per essere ottimisti a dire il vero ci sarebbe. Soprattutto, dicono a chiare lettere, non c’è ragione di continuare «a insultare il governo come questo sindaco fa giornalmente».
La proposta scaturita dal tavolo interistituzionale del Comune, appoggiata anche dai parlamentari stessi, prevedeva la realizzazione di una nuova caserma all’interno dell’ex Pertite in contropartita alla cessione dell’ex Arsenale, dell’ex ospedale militare, dell’ex centro automobilistico e della restante quota dell’ex Pertite.
Le ragioni del “no” dello Stato Maggiore – quei «fini istituzionali» su cui l’amministrazione si interrogava polemicamente in questi giorni – sta nella necessità di avere a disposizione una superficie maggiore per la ricollocazione dei siti produttivi, ma soprattutto avere gli spazi adeguati per una pista di collaudo dei carri armati («lo spazio dell’Artale inserito nel protocollo coniugava la presenza dei binari e della pista» hanno evidenziato).
«Oggi sappiamo che lo Stato Maggiore dell’esercito ha questa posizione e che la Pertite è indisponibile non per un capriccio – hanno aggiunto Foti e Polledri – Mi auguro che nell’incontro odierno tra il sindaco e la Difesa si possa ragionare anche su ipotesi alternative».
Tra queste, Foti e Polledri, provano a supporre che sempre alla Pertite 22/23 ettari potrebbero anche soddisfare l’esigenze. «Ma per saperlo bisogna chiedere». Un’ipotesi, questa, che al momento sembra di difficile attuazione dal momento che negli ultimi tempi l’amministrazione pare aver sposato la causa referendaria di una Pertite (28 ettari) tutta verde. «Ma con tutte le contraddizioni di questa amministrazione non si può sapere: in tre anni ha cambiato idea quattro volte». Dunque il futuro dello Stabilimento è ancora un’incognita. E se alla fine l’esercito decidesse di rimanere dove è ora, in viale Malta? I parlamentari non escludono nemmeno questa eventualità.
«Reggi continua ad attaccare il Governo, ma dovrebbe fare solo mea culpa – hanno concluso i parlamentari – Si pensava che Pantalone potesse essere generoso, e in realtà qui si corre il rischio di strappare la corda a furia di tirarla. E di perdere posti di lavoro nell’arsenale».