Alfonso Filosa e Morgan Fumagalli affronteranno il processo, mentre altri sei imputati hanno chiesto di patteggiare, stabilendo già l’entita della pena con il pubblico ministero. E’ l’esito dell’udienza preliminare di questa mattina davanti al gip Giuseppe Bersani, all’interno della maxi inchiesta sulla pubblica amministrazione che vide finire in carcere l’allora capo dell’Ufficio provinciale del lavoro. I reati contestati, a vario titolo, sono: corruzione, concussione, rivelazione di segreti di ufficio e falso in atto materiale. Filosa, secondo le accuse, avrebbe ricevuto denaro per avvertire in anticipo alcuni imprenditori dei controlli dell’Ispettorato del lavoro e per le promesse di ammorbidire i controlli.
Antonio Filosa e l’imprenditore milanese Fumagalli non hanno scelto riti alternativi, quindi hanno preferito il dibattimento. «Ci sono molti aspetti che dovremo chiarire» ha affermato Benedetto Ricciardi, difensore di Filosa, insieme con Luigi Alibrandi.
Per la moglie di Filosa, Rosaria Cascione e la figlia Maria Teresa Filosa sono state avanzate richieste di patteggiamento per 7 mesi e un anno e otto mesi. Per i due ex sindacalisti Cisl coinvolti, Gianni Salerno e Giorgio Cantarelli il patteggiamento sarà di un anno e 6 mesi ciascuno. Per l’imprenditore piacentino Fausto Bianchi l’avvocato ha chiesto il rito abbreviato, mentre l’altro imprenditore Gerardo Mainardi patteggerà due anni.