E’ partita questa mattina la delegazione di istituzioni e studenti piacentini per l’edizione 2011 del “Viaggio della Memoria”, nel segno del ricordo della tragedia dell’Olocausto. 84 ragazzi, guidati dagli insegnati, rappresentanti di Provincia, dei Comuni di Piacenza, Fiorenzuola e Castelsangiovanni e dell’”Istituto storico della Resistenza e dell’età contemporanea” si sono dati appuntamento alle 6e30 in piazza Cittadella per la partenza, a bordo di due autobus. La delegazione provinciale è composta dal presidente del consiglio Roberto Pasquali e dai consiglieri: Marco Bergonzi, Filippo Bertolini, Thomas Pagani e Giampaolo Speroni.
Oggi prima tappa a Bolzano, dove i deportati venivano stipati sui convogli della morte, diretti a Linz e poi dirottati nei lager. In un itinerario del ricordo seguirà proprio la rotta verso Linz, quindi – domani – è prevista la visita ai campi di Gusen e Mauthausen, dove verranno apposte due targhe in ricordo di tutti i deportati e i caduti piacentini nei campi di concentramento, nel giorno della commemorazione dei 66 anni dalla liberazione dei lager ad opera delle truppe americane. A Mauthausen e Gusen furono 32 i caduti piacentini. Il viaggio proseguirà nei prossimi giorni con una sosta al castello di Hartheim, poi una tappa nel centro storico di Salisburgo. Ritorno previsto sabato 7 maggio.
“E’ un momento significativo – spiega Pasquali – che riviviamo dopo l’esperienza dell’anno scorso, per acquisire consapevolezza di quello che è stato, perché non accada più. Entrare in un ex campo di concentramento, prendere coscienza di quello che vissero i deportati, visitando i luoghi in cui soffrirono e morirono, è un momento di profonda riflessione e ci impegna, tutti, a fare il possibile per impedire che quegli orrori possano ripetersi. Nel 2010 ci eravamo presi l’impegno di portare un segno, tangibile, del nostro ricordo e della vicinanza alle vittime e l’abbiamo mantenuto: le due targhe che collocheremo nei campi di Mauthausen e Gusen intendono fare memoria della liberazione dei due campi e di tutti i deportati e caduti, affinché gli orrori commessi allora siano un monito per le generazioni future”.