Sono timidi e disomogenei i segnali di ripresa per il mondo dell’artigianato e della piccola e media impresa (da 1 a 19 addetti) che emergono dall’indagine congiunturale del secondo semestre 2010 elaborata da TrendER, l’Osservatorio congiunturale della CNA Emilia Romagna, con la collaborazione scientifica dell’Istat e delle Banche di Credito Cooperativo. Dati presentati nei giorni scorsi a Bologna, dove la CNA piacentina era rappresentata dal presidente Dario Costantini e dal direttore Enrica Gambazza, e che evidenziano una leggera crescita del fatturato globale, una continua perdita dell’export, una situazione di stallo per gli investimenti e una sostanziale tenuta dell’occupazione.
Il 2010 si è infatti chiuso con un aumento del fatturato del 4,5% rispetto al secondo semestre del 2009, ma con una diminuzione di oltre diciotto punti percentuali del fatturato estero. In calo del 18,2% anche gli investimenti, mentre sul piano dei costi si evidenzia un + 2,9% della spesa per le retribuzioni ed un + 7% per quella dei consumi. In calo del 9,2%, sempre a livello regionale, anche le spese per la formazione.
Spostando l’analisi sui macrosettori, gli indicatori mostrano un deciso aumento (+ 13,6%) del manifatturiero con un incoraggiante + 20% della meccanica. Crescita più moderata del fatturato relativo al settore legno-mobile (+2,4%) e più incoraggiante nel comparto del sistema moda (+5,5%) trainato, in questo caso, dagli ordinativi provenienti dall’estero. Ristagna invece il comparto alimentare (-1,2%) mentre cresce leggermente il comparto servizi alle famiglie e alla persona (+0,7%). Buono l’aumento nei trasporti (+ 4%) e nel settore riparazione veicoli (+4,8%) mentre il dato dolente, ancora una volta, riguarda il settore delle costruzioni (-2,7%).
Piacenza, a livello regionale, soffre molto più di tante altre province: il fatturato complessivo diminuisce del 3% (solo Modena ha fatto peggio con un – 3,4%) nonostante la crescita registrata dal conto terzi (+4,4%). Caduta tendenziale anche alla voce spese per retribuzioni (-2,8%) e consumi (-5,4%). Il settore più debole, in linea con i dati regionali, è ancora quello delle costruzioni che fa segnare a Piacenza un – 24,5%.
“Purtroppo – sottolinea il presidente Costantini – i contorni di questo ritratto hanno tinte estremamente cupe, soprattutto per la nostra provincia. Come era già successo nel 2009, ci troviamo a prendere atto di situazioni molto gravi in alcuni comparti. Su tutti l’edilizia, e il consistente indotto che l’accompagna, che ha segnato percentuali che difficilmente saranno recuperabili a breve. Anche alla luce delle recenti riflessioni sul nucleare, auspichiamo si possa correre – perché andarci camminando non basta – verso soluzioni che agevolino almeno con mutui a tasso zero le ristrutturazioni energetiche delle abitazioni, fermo restando che rimane invariata la nostra richiesta di non abolire gli incentivi in vigore”.