25 Aprile a Piacenza nel ricordo di Arrigoni, simbolo della resistenza

Una giornata di festa ma soprattutto di memoria. E’ stato questo il 25 aprile di quest’anno a Piacenza. La coincidenza con la Pasquetta non ha di certo fatto passare in secondo piano il ricordo della Resistenza al nazi-fascismo, e la folla che ha popolato dalla prima mattina alla tarda serata il centro cittadino ne è una fiera testimonianza. Molti i momenti che rimarranno nella memoria dei piacentini: dal corteo mattutino con la simbolica sosta al dolmen di Stradone Farnese (monumento dedicato alla Resistenza) allo spazio dedicato ai bambini nel pomeriggio, passando per l’esibizione alla chitarra e alla voce dell’assessore Castagnetti e per il concerto serale dell’Orchestra di via Padova.

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Partiamo dunque dalla serata, quando l‘ensemble milanese ha scaldato di note provenienti dai quattro angoli del mondo la Piazzetta Mercanti: quasi due ore di musica, con ritmi che hanno toccato tutti i 5 continenti per concludersi con una emozionante versione di “Bella Ciao”. Il concerto è stato dedicato, come tutta la giornata di ieri, a Vittorio Arrigoni, cooperante e pacifista, erto a simbolo dell’odierno anti-fascismo, erede spirituale dei resistenti partigiani. Prima dell’esibizione dell’orchestra di Via Padova i piacentini avevano assistito a un lungo pomeriggio, che si era aperto con i giochi dedicati ai bambini per concludersi con l’aperitivo accompagnato dal dj set di Sun Wise.

Fin qui la festa; ma al mattino era stato il momento della memoria, e della contestazione. Niente di eclatante, solo qualche scontro fra la Digos e lo spezzone “antagonista” composto dai giovani del NAP (Nucleo Antagonista Piacentino) e da alcuni simpatizzanti di Rifondazione. Obiettivo della protesta il Presidente della Provincia Massimo Trespidi, accusato di passata connivenza con partiti dell’area neo-fascista e perciò non ritenuto degno di partecipare alla commemorazione.

Trespidi ha preso la parola dal palco dopo il presidente dell’Anpi Cravedi e il sindaco Reggi (di cui potete leggere qui sotto l’intero discorso): le autorità hanno ricordato il ruolo storico e morale che ha avuto la Resistenza per il nostro Paese, ne hanno ribadito l’attualità ancora ai giorni nostri e hanno sottolineato il particolare significato di questo 25 aprile, nel 150esimo anniversario dell’Unità.

I punti salienti dei discorsi sono stati il riferimento del sindaco ai “partigiani eredi legittimi dei nostri padri risorgimentali”, ma anche al “sostegno generale della popolazione civile”; per Cravedi invece è stata l’occasione per riaffermare la validità della Carta Costituzionale, nata proprio dalla Resistenza, e che oggi alcuni propongono di cambiare nel suo primo articolo. Costituzione che, ha incalzato poi il Presidente dell’Anpi locale, dice che “quando vengono assunte cariche pubbliche occorre offrire esempi di moralità”, con evidente riferimento, nonostante Cravedi non abbia fatto alcun nome, al Presidente del Consiglio Berlusconi.

Prima e dopo i tre interventi ufficiali, invece, due momenti più “informali“: all’inizio della cerimonia è stata la volta dei piccoli Marcello Verni e Martina Perrini, studenti della prima media della scuola Calvino, che hanno recitato alcune parti tratte da “I ragazzi di Villa Emma” di Giuseppe Pederiali e da “Un garibaldino di nome Chiara” di Lia Levi. Al termine delle allocuzioni, invece, è stato l’Assessore al Futuro Giovanni Castagnetti a guadagnare la ribalta, vestendo i panni di menestrello, accompagnato dalle chitarre di tanti giovani “cantanti resistenti”: Castagnetti ha sfoggiato un’ottima prestazione, intonando per circa un’ora le più famose canzoni partigiane. Quest’anno, insomma, Piazza Cavalli non ha certo fatto rimpiangere la classica “gita fuori-porta”.